Record di candidate dalla provincia di Salerno alle elezioni regionali in Campania 2025: 83 donne nelle liste tra centrosinistra, centrodestra e outsider. Nel 2020 nessuna eletta: riusciranno stavolta a cambiare la storia? Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Elezioni regionali Campania 2025, record di 83 candidate dal Salernitano: ma quante saranno elette?
Saranno 83 le donne in corsa dal Salernitano per le prossime elezioni regionali del 23 novembre. Un numero elevato che garantisce il rispetto della quota di genere del 40%, ma resta da capire quante di loro riusciranno a conquistare un seggio. Nel 2020 furono elette undici consigliere su cinquanta, ma nessuna proveniva dalle liste salernitane. Questa volta la partecipazione femminile è distribuita tra le diverse coalizioni:
-
34 candidate nelle otto liste del centrosinistra,
-
32 in quelle del centrodestra,
-
17 tra le quattro liste a sostegno degli outsider alla presidenza: Stefano Bandecchi (4), Giuliano Granato (5), Nicola Campanile (4) e Carlo Arnese (4).
Volti noti e nuove presenze
La squadra delle candidate è variegata: amministratrici locali, attiviste di lungo corso, imprenditrici e giovani volti al debutto politico. Tra queste spicca Rosaria Aliberti, figlia del sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, capolista per Forza Italia. Per la coalizione Cirielli Presidente, le donne capolista sono quattro:
-
Filomena Lamberti, originaria di Cava de’ Tirreni, prima donna in Italia sfregiata con l’acido (2012), a capo di Noi Moderati per Salerno e Avellino;
-
Caterina Cammarano, nella lista del Presidente;
-
Anna Attanasio, con Rotondi;
-
Giuseppina Crescenzo, per l’Udc.
Nel centrosinistra, invece, solo due le donne capolista: Antonella Garofalo, assessora di Cava de’ Tirreni con Avanti Campania, e Federica Fortino, assessora a Nocera Inferiore, nella lista Pd. Tra le candidate dem figurano anche Anna Petrone, ex consigliera regionale, oggi in ticket con Federico Conte, e Virginia Fogliame, avvocata di Scafati, già candidata nel 2020 con Campania Libera e attualmente nel Cda della Gori Spa.
Completa la squadra Gaetana Falcone, assessora all’Istruzione del Comune di Salerno, la cui candidatura ha suscitato qualche malumore interno. Falcone corre nella lista Pd insieme al consigliere uscente Corrado Matera, scelta che ha portato Paola De Roberto, assessora alle Politiche Sociali, a rinunciare alla candidatura. Delusa anche la base giovanile del partito: Marco Mazzeo, segretario regionale dei Giovani Democratici, resta fuori dalle liste.
Le amministratrici locali
Nella lista A Testa Alta, subito dopo il capolista Luca Cascone, c’è Rosa Lampasona, vicesindaca di Agropoli, sostenuta dal sindaco Roberto Antonio Mutalipassi e dall’area politica di Franco Alfieri, oggi fuori dai giochi per vicende giudiziarie. Sempre nella lista di Cascone compaiono Gerardo e Lucia Pagano, candidati distinti ma legati da un cognome già noto all’elettorato dell’Agro.
Per Battipaglia, corre Francesca Napoli, assessora comunale, candidatura sostenuta dalla sindaca Cecilia Francese, ma senza l’appoggio del Pd locale, che in Consiglio è all’opposizione. Da Eboli si candida Filomena Rosamilia, mentre nel Movimento 5 Stelle figura Margherita Oliva, consigliera comunale di San Marzano sul Sarno. Nel campo progressista, tra le file di Avs, spicca Stefania De Martino, avvocata salernitana, già candidata alle comunali nella lista Salerno per i Giovani a sostegno del sindaco Enzo Napoli.
Nel Psi (Avanti Campania) corre Romina Malfeo, ex consigliera comunale di Giffoni Valle Piana, sostenuta dagli ex sindaci Ugo Carpinelli e Paolo Russomando. Nella stessa lista anche Antonella Garofalo, mentre l’altro assessore cavese, Nunzio Senatore, è schierato con A Testa Alta. Tra le fila della Lega torna in campo Lucia Vuolo, già parlamentare europea. Infine, nella lista Casa Riformista, trovano spazio Maria Rosaria Vitiello, ex Pd, e Teresa Vastola, consigliera di San Valentino Torio.
Una sfida tutta al femminile
La tornata elettorale di novembre segnerà dunque un record di candidature femminili nel Salernitano. Resta però l’interrogativo più grande: quante di loro riusciranno a entrare in Consiglio regionale, infrangendo il digiuno del 2020 e dando finalmente una rappresentanza stabile alle donne del territorio?








