Zucchero ha venduto 60 milioni di dischi nella sua carriera, infatti ha suonato davvero ovunque. Tuttavia per ben sei anni, tra alti e bassi, Zucchero ha combattuto con la depressione dopo il suo divorzio. A curarlo però ci ha pensato anche la natura.
Zucchero e la depressione: “Dopo il divorzio mi sentivo annullato”
Zucchero, nel corso della sua carriera, ha collaborato con alcuni dei più grandi musicisti italiani e internazionali come Pavarotti, Sting, o Bono Vox. Inoltre è stato l’unico italiano ad aver partecipato al festival di Wookdstock nel 1994. Tuttavia a fine ottobre il 23, 24 e il 25 uscirà nei cinema “Zucchero – Sugar Fornaciari“, ovvero il film documentario di Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano. Nel docufilm la carriera di Zucchero sarà raccontata su ampia scala, ma non potevano essere raccontati i sei anni in cui ha combattuto con la depressione.
Per il cantante è stata una lunga gavetta. Per molti il palco di Sanremo è stato un trampolino di lancio ideale, ma per Zucchero non fu così, almeno per le prime volte che ci salì. A quanto pare nessuno “credeva nella musica che facevo, il blues“. Nel 1985 arrivò la svolta con il suo secondo album, tornò infatti a Sanremo. La sua canzone Donne non piacque alle giurie e arrivò quindi penultima, ma divenne un vero e proprio tormentone in radio. Solo quattro anni dopo divorzia dalla sua prima moglie e madre delle sue figlie Irene e Alice. Questo gli creò grande sofferenza che sommata alle pressioni lavorative e le tournée lo portò alla depressione.
Mi sentivo annullato. Leggevo Bukowski perché era messo peggio di me. Mi facevano guardare i miei video e piangevo, non capivo dove avevo potuto trovare quell’energia, non mi interessava più niente.
La depressione durò quasi sei anni tra alti e bassi. A salvarlo, tuttavia, è stata la natura, il tornare in campagna. Ha così comprato un ranch in Lunigiana, che ha chiamato Lunisiana soul: “Ho ricominciato piano piano a ricostruirmi. Tagliavo l’erba, piantavo alberi, andavo a cercare mobili dai rigattieri. Sono stato sempre meglio“.
