Tre i decessi legati al virus West Nile, due in Campania e uno nel Lazio dopo un soggiorno a Baia Domizia. I casi riguardano persone fragili. Il virus resta sotto controllo, ma la Regione intensifica la sorveglianza.
West Nile Virus, primi decessi in Campania
Il virus West Nile fa registrare le prime vittime del 2025 anche in Campania. Due i decessi accertati nella regione e un terzo paziente deceduto allo Spallanzani di Roma, ma con recenti trascorsi a Baia Domizia, nel Casertano. In tutti e tre i casi, si tratta di persone anziane e fragili, con gravi patologie pregresse. Il virus ha quindi agito da concausa in un quadro clinico già compromesso.
I primi casi e i decessi
A perdere la vita è stato Mario Tatangelo, 77 anni, residente nella provincia di Latina, cardiopatico e trapiantato nel 2014. L’uomo aveva trascorso alcuni giorni di vacanza a Baia Domizia prima di aggravarsi e morire all’alba di lunedì all’ospedale Spallanzani di Roma. Il primo decesso in Campania riguarda un uomo del 1951, originario di Napoli e residente a Pomigliano d’Arco. Ricoverato il 20 luglio all’Ospedale del Mare per un’emorragia digestiva, ha sviluppato febbre e stato confusionale due giorni dopo, segni di un’infezione neuroinvasiva. La diagnosi è stata confermata dopo una rachicentesi. Il decesso è avvenuto il 25 luglio alle 4:20 del mattino.
Il terzo caso riguarda un ottantenne di Maddaloni, residente nella frazione di Montedecoro, al confine con Cervino. L’uomo era ricoverato all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, con condizioni già critiche per una cardiopatia cronica. È deceduto due giorni dopo il ricovero.
I numeri dell’allerta
Ad oggi, in Campania si contano 18 casi confermati, 2 sospetti e 2 decessi legati al virus. Secondo le stime, sarebbero circa 2.000 gli infetti asintomatici. La Regione Campania ha istituito una nuova direzione per la Salute umana e veterinaria, con funzioni di coordinamento e raccolta dati. I focolai più attivi sono localizzati nella zona del litorale domizio e nella provincia di Caserta, in continuità con il cluster registrato nel basso Lazio.
Nella sola provincia di Caserta si contano tre pazienti trasferiti al Cotugno di Napoli (uno dimesso, uno in Neurologia e uno in rianimazione), tre ricoverati al Sant’Anna di Caserta (due in rianimazione e uno deceduto), un sospetto al presidio di Marcianise, un altro in osservazione a Sessa Aurunca e un caso trasferito al Cotugno per febbre e cefalea.
Il commento degli esperti
Il professore Pasquale Pagliano, direttore della Clinica infettivologica dell’ospedale Ruggi di Salerno, rassicura: «La situazione non è molto diversa dall’anno scorso. È cambiata solo la distribuzione geografica». Alla domanda su chi debba preoccuparsi, Pagliano chiarisce: «Le persone anziane o con malattie croniche. La maggior parte degli infetti resta asintomatica o presenta sintomi lievi». Sulla trasmissibilità: «Una zanzara infetta può trasmettere il virus all’uomo, ma non si verifica il contagio tra persone».
Misure di contenimento e prevenzione
La Prefettura e la Regione chiedono ai sindaci delle zone coinvolte di attivare immediatamente le bonifiche anti-zanzare, per contenere il rischio di ulteriore diffusione del virus. Il serbatoio naturale dell’infezione restano gli uccelli migratori e i corvidi, spesso presenti in aree umide e poco urbanizzate.
«Il virus circola durante tutto l’anno – spiega Pagliano – ed è stato isolato per la prima volta a gennaio 2024 nel Salernitano, su un esemplare di Taccola ad Agropoli». Le cure, per ora, restano esclusivamente di supporto ospedaliero: «Non esistono antivirali efficaci. Le terapie mirano al supporto delle funzioni vitali, in particolare la ventilazione nei casi più gravi», conclude l’infettivologo.
Le prospettive
Secondo gli esperti, nuovi casi sono attesi almeno fino a ottobre. Il rischio che il virus si estenda ad altre aree della Campania esiste, soprattutto nei territori dove mancano interventi di bonifica e prevenzione. La vigilanza resta alta.