Scoppia la polemica nel pieno della campagna per le Regionali 2025 in Campania. A far discutere è la comparsa di Sabino De Micco, consigliere della VI Municipalità di Napoli, nel santino elettorale di Mauro Scarpitti, candidato nella lista “Noi di Centro”, a sostegno di Roberto Fico e legata a Clemente Mastella. Un endorsement che ha immediatamente sollevato reazioni, considerando che De Micco è coinvolto in un’inchiesta per voto di scambio a Cercola, nel Napoletano.
Il caso del “Signor Caf”
Soprannominato da anni “il signor Caf” per la gestione di uffici di assistenza fiscale nei quartieri popolari, Sabino De Micco è una figura nota nella periferia est di Napoli. Proprio quel soprannome — già apparso sulle schede elettorali della sorella Giusy De Micco, candidata alle scorse comunali di Cercola — è tornato al centro della cronaca politica per via del suo presunto legame con reti di consenso elettorale costruite attorno a strutture para-burocratiche.
Dopo la pubblicazione del materiale elettorale con la sua immagine accanto a quella di Scarpitti, De Micco ha dichiarato di ritirare il sostegno al candidato, motivando la scelta con “ragioni di coerenza personale”.
“La politica deve restare un confronto di idee, non terreno di attacchi o strumentalizzazioni. Non sosterrò più alcun candidato in questa fase”, ha scritto sui social.
L’inchiesta di Cercola e le accuse
De Micco era stato arrestato nel maggio 2024 insieme ad altre sei persone nell’ambito di un’inchiesta sul voto di scambio nel Comune di Cercola. Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe tentato di pilotare il voto locale con l’appoggio del clan Fusco-Ponticelli, offrendo somme di denaro in cambio di preferenze. Tra gli arrestati figurava anche la sorella Giusy De Micco, candidata con Europa Verde, accusata di aver messo a disposizione 1.800 euro per acquistare 60 voti a favore di un’altra candidata, Antonietta Ponticelli.
Dopo alcuni mesi di detenzione, Sabino De Micco è stato scarcerato e nel 2025 è tornato in carica come consigliere municipale, aderendo al gruppo misto. La sua posizione giudiziaria resta aperta, ma non è più sottoposto a misure cautelari.
Le reazioni politiche
Il caso ha riacceso il dibattito sulle “liste pulite” in vista delle elezioni regionali. Il movimento Campania Popolare (che riunisce Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e PCI) ha attaccato il fronte progressista guidato da Roberto Fico, accusando la coalizione di avere “liste sporche”.
“Che ne dici del Signor Caf nelle vostre liste? l sistema Campania passa con disinvoltura dal centrosinistra al centrodestra. È sempre la stessa rete di potere che tiene in ostaggio questa regione”, scrive Campania Popolare.
Le accuse si sommano al clima di tensione politica già acceso dopo le dichiarazioni di Giuseppe Conte, che aveva definito “impresentabili” alcuni candidati del centrodestra.
Un segnale di sfiducia nella politica locale
La vicenda del “Signor Caf” mette in luce la fragilità del rapporto tra cittadini e istituzioni nei quartieri popolari di Napoli, dove le reti di potere locale spesso si intrecciano con il consenso elettorale. Il caso di De Micco diventa così il simbolo di una politica che rischia di perdere credibilità, mentre la Campania si prepara a una competizione elettorale tesa e fortemente polarizzata.








