Politica, Speciale elezioni

Voto disgiunto, il retroscena che agita la Campania: numeri e sorprese dai territori

regionali campania nuove regole ritiro tessere elettorali
Foto generica
Foto generica

Secondo quanto riportato da Il Mattino, l’analisi a freddo dei risultati elettorali regionali in Campania restituisce un quadro più complesso della semplice conta dei voti. Una volta svanito l’eco dei festeggiamenti e archiviata l’amarezza degli esclusi, i numeri mettono in luce una serie di movimenti interni capaci di svelare dinamiche sotterranee, frizioni locali e strategie non dichiarate.

Voto disgiunto, il retroscena che agita la Campania

Tra gli elementi più evidenti emerge il peso del voto disgiunto, che ha inciso tanto sul candidato del centrosinistra quanto su quello del centrodestra. La tendenza si manifesta con chiarezza in diversi comuni del Cilento, dove si registrano scostamenti significativi tra i percentuali ottenuti dai candidati governatore e quelle delle rispettive liste.

Nel paese simbolo di Angelo Vassallo, guidato dal sindaco dem Stefano Pisani, il centrodestra supera il centrosinistra con un margine deciso. Il candidato Cirielli, infatti, ottiene un risultato superiore alla somma delle sue liste, segnale che una parte dell’elettorato locale ha scelto di appoggiare un governatore di area diversa rispetto ai candidati al consiglio.

Scenario analogo a Castellabate, dove il centrodestra chiude in vantaggio nonostante la presenza di un primo cittadino vicino al Partito Democratico. Situazione opposta invece nel Vallo di Diano, a Montesano sulla Marcellana, dove Fico stacca nettamente il sindaco del centrodestra Giuseppe Rinaldi, ottenendo un consenso molto più alto rispetto alla forza delle sue liste.

Nei centri più grandi il fenomeno appare ancora più marcato. A Sassano, roccaforte del campo largo, Fico conquista un risultato elevato ma comunque inferiore di diversi punti rispetto alla coalizione, mentre Cirielli incassa consensi aggiuntivi rispetto alle sue liste. A Mercato San Severino si osserva una dinamica simile, con uno scarto minimo tra liste e candidati governatore, ma sufficiente a evidenziare un comportamento elettorale non lineare.

Il quadro si ripete in più aree della provincia, da Battipaglia a Cava de’ Tirreni, fino a Scafati, dove i risultati finali mostrano una distribuzione dei voti meno scontata del previsto. Anche a Salerno si registra un lieve ma significativo scostamento a favore di Cirielli rispetto alle sue liste, mentre Fico perde terreno, pur restando in testa.

Ulteriori anomalie compaiono nei comuni del Cilento e dell’Agro, dove differenziali di uno o più punti indicano scelte disallineate tra voto di coalizione e voto per il presidente. Questi andamenti, secondo diversi analisti, dovranno essere valutati con attenzione dai candidati e dai rispettivi partiti, perché in alcuni casi riflettono dinamiche fisiologiche, mentre in altri possono essere il segnale di tensioni interne o di equilibri destinati a pesare sulle future competizioni.

Nel complesso il voto disgiunto conferma che il radicamento territoriale, pur importante, non garantisce una corrispondenza automatica tra liste e candidati alla presidenza. Un elemento che, al di là dell’astensione registrata, restituisce la fotografia di un elettorato fluido e disposto a modulare le proprie scelte in base ai protagonisti locali e alle situazioni specifiche.

CampaniaElezioni regionali

Ultime notizie