Il governatore campano Vincenzo De Luca frena con freddezza all’apertura con la segretaria del PD Elly Schlein. Resta in attesa della convocazione del congresso regionale. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Vincenzo De Luca frena sull’apertura di Schlein
«Non vi scalmanate…». Con queste parole, Vincenzo De Luca liquida l’ipotesi di un riavvicinamento immediato al Partito Democratico, preferendo mantenere le distanze dal suo stesso partito. Alla stampa, che gli chiedeva un commento sull’apertura di Elly Schlein – che, sabato nel salernitano, ha parlato di un confronto sul programma e di un riconoscimento delle azioni positive della sua amministrazione – il governatore risponde senza entusiasmo.
«In Campania si riparte dal lavoro immane fatto per restituire dignità, immagine e onore a Napoli e alla regione», dichiara. Poi avverte: «Il vero problema sarà evitare che tutto venga buttato a mare di nuovo, perché ci vuole poco». E ancora: «Abbiamo avviato così tanti progetti per i prossimi due anni che si può stare tranquilli, purché non vengano ostacolati».
Congresso regionale PD: la vera prova di dialogo
Le tensioni tra Palazzo Santa Lucia e la sede nazionale del PD restano intatte. De Luca, noto per il suo approccio pragmatico, attende segnali concreti: in particolare, la convocazione del congresso regionale del partito, assente da oltre due anni a causa del commissariamento. È uno dei punti su cui ha insistito anche nell’incontro con Schlein e Giuseppe Conte.
L’ala deluchiana preme per una convocazione a settembre, prima delle elezioni regionali previste per novembre, con l’obiettivo di proporre un nome unitario – e, naturalmente, vicino al governatore. Questo assetto potrebbe comportare la caduta della segreteria della Federazione di Napoli, che, in un’ottica di bilanciamento interno, verrebbe affidata alla corrente della Schlein, come già accaduto in Emilia e in Sicilia. Ma gli attuali leader della Federazione di Napoli – Peppe Annunziata, Mario Casillo e l’eurodeputato Lello Topo – mettono i paletti: «La segreteria napoletana non si tocca». Al momento, quindi, l’accordo su una leadership unitaria resta lontano.
La polemica sul San Carlo
Nel frattempo, De Luca alza la voce su un’altra questione: la nomina del nuovo sovrintendente del Teatro San Carlo, ancora vacante a quattro mesi dalla fine dell’incarico di Stéphane Lissner. Durante un evento a Città della Scienza, il governatore attacca duramente: «È una vergogna che il San Carlo sia ancora senza guida. Il nostro rappresentante nel Consiglio di indirizzo, il professor Realfonzo, ha chiesto la convocazione del Consiglio a metà giugno, ma tutto tace».
Non risparmia nessuno: «È uno scandalo che colpisce una delle istituzioni culturali più prestigiose d’Italia, abbandonata da mesi. Chi deve convocare il Consiglio lo faccia, e il Ministero della Cultura si attivi. Va bene indignarsi per il concerto del maestro Gergiev, posso capire il turbamento provocato dall’ouverture della Forza del destino di Čajkovskij, ma qui navighiamo nel nulla…». E precisa: «Secondo statuto, il Consiglio di indirizzo va convocato dal presidente, che è il sindaco di Napoli».