I videogiochi non sono solo intrattenimento: secondo lo studio internazionale “The Power of Play”, condotto su 24mila videogiocatori di 21 Paesi, tra cui l’Italia, il gioco digitale può avere effetti positivi sul benessere mentale, stimolare la creatività e favorire la felicità. La ricerca è stata presentata a Pesaro in occasione della Giornata mondiale sulla salute mentale, nell’ambito del festival sui videogiochi a impatto sociale.
Videogiochi e benessere mentale: dallo stress alla creatività
Lo studio, coordinato da Entertainment Software Association (ESA) in collaborazione con Video Games Europe e Iidea – l’associazione italiana del settore –, ha rilevato che in Italia il 71% dei giocatori utilizza i videogiochi per rilassarsi e ridurre lo stress, il 60% come antidoto contro l’ansia, il 49% per combattere la solitudine e il 54% per aumentare la felicità quotidiana. Tra i benefici più percepiti, lo sollievo dallo stress è risultato comune a tutti i 21 Paesi coinvolti.
La ricerca evidenzia anche un ruolo dei videogiochi nello sviluppo cognitivo: quasi la metà dei videogiocatori afferma di giocare per stimolare la mente. I generi più amati in Italia sono i puzzle game (51%), seguiti dai giochi d’azione (35%) e da quelli basati su abilità o fortuna (33%).
Sul piano professionale e formativo, il 34% degli intervistati riconosce ai videogiochi un impatto positivo sul proprio percorso lavorativo o di studio, grazie allo sviluppo di creatività (70%), problem solving (67%), lavoro di squadra (64%), pensiero critico (57%) e gestione del tempo (50%). Inoltre, il 28% dei giocatori dichiara che le esperienze videoludiche hanno influenzato le proprie scelte di studio o carriera.
I videogiochi risultano inoltre rilevanti sul piano sociale. Il 39% dei genitori intervistati segnala che giocare insieme ai figli ha migliorato la relazione familiare, mentre il 61% ritiene che i giochi digitali favoriscano la creazione di nuove connessioni sociali, ampliando le possibilità di interazione tra le persone.
Lo studio conferma dunque che il videogioco, se praticato in modo equilibrato, può essere uno strumento di benessere mentale, crescita personale e inclusione sociale, sfatando vecchi stereotipi che lo considerano un’attività esclusivamente ricreativa o distruttiva.