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Venti sanitari a giudizio per la morte di una neonata: al via il processo sulla giornata fatale del 2018

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Foto generica
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Come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola, prende forma l’iter giudiziario che coinvolge venti operatori sanitari tra medici, ostetriche e infermieri, tutti chiamati a rispondere dell’accusa di omicidio colposo in relazione al decesso di una neonata avvenuto il 22 marzo 2018 all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore.

Il giudice dell’udienza preliminare ha disposto il rinvio a giudizio per l’intero gruppo, accogliendo la richiesta avanzata dalla Procura di Nocera Inferiore al termine delle indagini preliminari. Il processo prenderà avvio il prossimo febbraio davanti al giudice monocratico.

Nocera, 20 sanitari a giudizio per la morte di una neonata

La vicenda ruota attorno a un arco temporale ristretto, compreso tra il pomeriggio del 21 marzo e le prime ore del 22. Secondo la ricostruzione investigativa, i professionisti coinvolti avrebbero gestito le fasi preparto e il successivo intervento in modo non conforme ai protocolli clinici stabiliti a livello nazionale e internazionale.

Stando agli esiti dell’autopsia, la mancata individuazione di una grave condizione di ipossia fetale intrauterina e l’assenza di un prolungato monitoraggio cardiotocografico avrebbero impedito l’attivazione tempestiva delle procedure necessarie. Le verifiche tecniche indicano che il parto cesareo, ritenuto indispensabile in regime d’urgenza, sarebbe stato eseguito con un ritardo giudicato determinante.

La neonata, venuta alla luce in condizioni critiche, presentava già dopo pochi minuti segni compatibili con un quadro severo di encefalopatia ipossico-ischemica, accompagnata da insufficienza cardiorespiratoria, ipotonia generalizzata, midriasi bilaterale non reagente e acidosi metabolica. I tentativi di rianimazione messi in atto dal personale sanitario non riuscirono a invertire il rapido aggravamento. Il decesso sopraggiunse per arresto cardiocircolatorio connesso a un’asfissia attribuita a massiva aspirazione di liquido amniotico in utero, in una gravidanza arrivata alla quarantunesima settimana.

La denuncia sporta dalla famiglia della piccola diede impulso alle indagini della Procura, che al termine dell’attività investigativa notificò gli avvisi di garanzia ai venti professionisti individuati nei vari passaggi assistenziali intercorsi nell’arco delle ventiquattro ore cruciali. Le posizioni degli imputati, coinvolti a diverso titolo nelle fasi pre e post parto, saranno ora valutate in dibattimento, dove il giudice dovrà esaminare la sequenza degli eventi clinici e le condotte dei sanitari per accertare eventuali responsabilità nella morte della neonata.

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