A Vallo della Lucania sono stati presentati i risultati della ricerca “Voglia di restare – Indagine sui giovani nell’Italia dei paesi”, pubblicata da Donzelli e promossa dall’associazione culturale Riabitare l’Italia. L’incontro si è svolto nel tardo pomeriggio del 14 novembre, all’interno del Palazzo della Cultura, davanti a un pubblico attento e numeroso.
Una fotografia sul rapporto giovani–territori interni
La presentazione ha offerto uno sguardo approfondito su un tema cruciale per molte comunità italiane: la relazione tra i giovani e le aree interne. Un dibattito che oggi appare fondamentale per comprendere le dinamiche demografiche, sociali ed economiche che stanno trasformando il Paese e determinando le scelte delle nuove generazioni.
La ricerca è frutto del lavoro congiunto di studiosi provenienti da diverse università e centri di ricerca italiani e ha coinvolto, tra gli altri, anche numerosi giovani cilentani. Attraverso interviste e analisi, lo studio indaga aspirazioni, timori e prospettive dei ragazzi tra i 18 e i 39 anni delle aree periferiche.
I quattro profili emersi dalla ricerca
Il report identifica quattro grandi categorie che descrivono il modo in cui i giovani vivono il proprio legame con il territorio:
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Chi resta per radicamento, affetto e visione progettuale.
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Chi parte alla ricerca di opportunità lavorative o formative.
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Chi torna dopo aver accumulato esperienze altrove.
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Chi esita, sospeso tra il desiderio di cambiamento e l’incertezza del futuro.
Una mappa complessa che racconta un’Italia in movimento, ma anche la volontà di molti giovani di contribuire allo sviluppo dei luoghi d’origine.
Il confronto con studiosi e associazioni
A presentare i risultati sono state Stefania Leone, direttrice dell’Osservatorio Giovani dell’Università di Salerno, e Daniela Storti, ricercatrice del CREA – Politiche e Bioeconomia, entrambe impegnate nella raccolta e nell’interpretazione dei dati.
Accanto a loro è intervento Giovanni Marino, presidente dell’associazione W il Lupo – Associazione per lo sviluppo locale equo e sostenibile, che ha sottolineato il ruolo delle comunità e dei processi partecipativi nel creare condizioni favorevoli alla permanenza dei giovani nei piccoli paesi.









