Ci sono possibili legami di causa-effetto tra il vaccino Covid Johnson&Johnson ed i rari eventi di trombosi cerebrale che si sono verificati negli Usa. Lo afferma l’Agenzia Europea del Farmaco in una nota nella quale si sottolinea però che i benefici superano i rischi poco prima della fine della revisione del Prac sul siero Janssen in seguito alla sospensione temporanea della sua somministrazione decisa dalle autorità sanitarie americane in via precauzionale dopo la segnalazione di sei casi di trombosi su circa 7 milioni di dosi già distribuite negli Stati Uniti d’America.
Covid, nesso tra vaccino Johnson&Johnson e trombosi cerebrale
Resta dunque positivo il parere dell’Ema sul vaccino Johnson&Johnson. Dunque l’Italia e altri 26 Stati europei già dalle prossime ore potranno avviare le inoculazioni con l’antidoto monodose accelerando le campagne di vaccinazione come riportato da Fanpage. Per quanto concerne l’Italia, il commissario straordinario Figliuolo ha già fatto sapere che le 184mila dosi di vaccini J&J arrivate all’hub della Difesa a Pratica di Mare saranno assegnate già da domani alle regioni.
EMA’s safety committee (#PRAC) recommends adding ‘very rare cases of unusual blood clots with low blood platelets’ to the list of side effects for Janssen #vaccine.
Overall benefit-risk remains positive.
?https://t.co/hNusE5blWm pic.twitter.com/5kX1ECgogz— EU Medicines Agency (@EMA_News) April 20, 2021
Come funziona il vaccino di Johnson&Johnson
J&J: per soggetti dai 18 anni in su. Come AstraZeneca è un vaccino a vettore virale. Ha il grande vantaggio di essere monodose e dunque non necessita di un richiamo. Può essere conservato in frigo senza congelamento.
Si tratta di un vaccino che utilizza un adenovirus, cioè un virus “del raffreddore” delle scimmie, inattivato, che serve per trasportare nell’organismo le informazioni genetiche utili a sviluppare la difesa contro le spike, ossia le “coroncine” che il virus utilizza per attaccare le cellule.
Lo scorso gennaio sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine i dati dello studio di fase 1/2a che hanno mostrato che, dopo una singola vaccinazione, gli anticorpi neutralizzanti contro COVID-19 sono stati rilevati in oltre il 90% dei partecipanti allo studio al 29 giorno e nel 100% dei partecipanti di età compresa tra i 18 e i 55 anni al 57 giorno.
Lo studio clinico
Per quanto riguarda lo studio clinico di Fase 3 ENSEMBLE, disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza del candidato vaccino nel fornire protezione nelle forme da moderate a gravi già a 14 e 28 giorni dalla vaccinazione, è stata osservata l’insorgenza della protezione al quattordicesimo giorno.
Dove viene prodotto
Il siero della Johnson & Johnson è prodotto in diversi Paesi: parte dal New Jersey e arriva in Belgio, passando dall’Olanda e dall’Italia.
Il quartier generale della multinazionale farmaceutica è a New Brunswick, nella piana industriale dello Stato del New Jersey, a meno di 80 chilometri da New York, ma è tra Massachusetts e Europa che il vaccino è nato. Tre sono i luoghi chiave: il centro di ricerca Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, dove i ricercatori hanno lavorato in sinergia con quelli del centro vaccini Janssen Pharmaceutical di Beerse, in Belgio, e del Centro biologico Janssen di Leiden, in Olanda, a cinquanta chilometri da Amsterdam.
In questo triangolo si sono concentrate le tre fasi obbligatorie di sperimentazioni del vaccino sui volontari. Ma la seconda fase, quella operativa, ha visto l’allargamento della rete di produzione. Per aumentare la produzione l’azienda americana ha stretto dal 2020 una partnership con la Catalent, che ha sede in New Jersey.