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Università di Salerno, il rettore D’Antonio: «Internazionalizzazione e territorio saranno la nostra forza»

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Il rettore D'Antonio

Il nuovo rettore Virgilio D’Antonio traccia il futuro dell’Università di Salerno: internazionalizzazione, territorio, comunità e dignità del lavoro al centro della governance. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Università di Salerno, D’Antonio: «Internazionalizzazione»

Un ateneo consapevole della propria identità e delle proprie potenzialità, proiettato oltre i confini nazionali e capace di immaginare il futuro. È la visione con cui Virgilio D’Antonio ha assunto ufficialmente, il 1° novembre, il ruolo di rettore dell’Università di Salerno. Una guida che punta su un’Università orgogliosa di sé, orientata alla crescita e capace di indicare nuove direzioni: non un’istituzione che si limita a resistere al tempo, ma un motore di cambiamento.

La nuova fase dell’Ateneo si fonda su una governance aperta, policentrica e dialogante, che valorizza la dimensione multiculturale e la forza della comunità accademica. Un modello che guarda all’internazionalizzazione senza perdere il legame con il territorio, che resta nodo centrale della strategia.

«Questo è un giorno emozionante», afferma D’Antonio, ripercorrendo i mesi di transizione seguiti alla sua elezione di luglio. «È stato un periodo utile per osservare l’Ateneo dall’interno, dai centri di ricerca ai dipartimenti, dall’archeologia alle collaborazioni con l’Agenzia Spaziale, fino ai risultati raggiunti nella medicina, nel digitale e nella formazione. Sentiamo di avere un potenziale enorme e vogliamo accelerare in ottica sistemica. Mi sento portavoce e alfiere di questa comunità».

Gli obiettivi

Tra gli obiettivi del nuovo rettore, la presenza costante nei luoghi universitari e sul territorio: «Non sarò un rettore distante. L’Università deve camminare tra le sue province, farsi percepire, aprire nuove strade». Una linea che si accompagna all’impegno nel dialogo con gli studenti, che D’Antonio definisce «giovani» e non «future generazioni»: «Ci affidano i loro progetti di vita. Dobbiamo dare strumenti per interpretare il tempo presente e quello che verrà».

Il nuovo rettore sottolinea l’importanza di affrontare i grandi temi globali – guerra, instabilità internazionale, Medio Oriente – ribadendo la funzione critica dell’Università: «Non siamo solo custodi del sapere, costruiamo il presente e anticipiamo il futuro. L’errore non è un limite, ma un passaggio necessario per crescere».

Il piano istituzionale

Sul piano istituzionale, l’Unisa promette un ruolo attivo nei rapporti con Crui e Cur, rappresentando il Sud nelle sfide su trasporti, calo demografico e competizione con le università telematiche. «Difenderemo la dignità del lavoro e della vita, soprattutto per i giovani ricercatori, spesso precari e figli del Pnrr», osserva D’Antonio.

Capitolo offerta formativa: evolverà secondo le esigenze nazionali e internazionali. «Camminare nei corridoi e ascoltare lingue da tutto il mondo è affascinante. L’internazionalizzazione non è una scelta, è una necessità. Andare all’estero e tornare arricchiti è parte della nostra missione». In questo percorso, l’innovazione tecnologica convive con il radicamento territoriale: «Il progresso può nascere anche dalla nostra terra».

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