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Università di Salerno, parte il conto alla rovescia per il nuovo Rettore: chi sono i cinque candidati 

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L'Università di Salerno

Alle 14 di ieri, 3 giugno, è scaduto il termine per la presentazione delle candidature a nuovo rettore dell’Università di Salerno. I nomi che emergono, alla presentazioni delle candidature, sono Paola Adinolfi, Pietro Campiglia, Virgilio D’Antonio, Alessandra Petrone e Carmine Vecchione. I candidati adesso dovranno presentare ai vari dipartimenti i programmi per il futuro dei campus. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino. 

Università di Salerno, chi sono i cinque candidati a Rettore: le dichiarazioni di Adinolfi e Petrone

Alessandra Petrone, già delegata alla comunicazione dell’attuale rettore Vincenzo Loia, spiega «ho scelto di candidarmi alla guida dell’università di Salerno con la convinzione che si possa cambiare senza rinnegare, innovare senza dimenticare, progredire senza cancellare»

«Credo in un ateneo che sappia prendersi cura delle persone, delle idee, dei luoghi e delle relazioni. La mia visione si fonda sui principi della caring leadership: comunità, ascolto, responsabilità, inclusione, nutrimento e generazioni. La discontinuità non è un valore, se significa negare il contributo di chi ha lavorato, con dedizione e competenza, alla crescita del nostro ateneo – prosegue – Il rispetto è dovuto a chi, ogni giorno, contribuisce con azioni concrete, e non si limita a osservare o a giudicare. Per questo, il mio progetto guarda al futuro con coraggio e lucidità, ma lo fa tenendo saldo il legame con quanto è stato costruito, valorizzando l’esperienza, le buone pratiche e l’impegno condiviso. Determinazione e consapevolezza mi guidano in questa candidatura, la determinazione di chi con spirito di servizio intende costruire per la nostra comunità, la consapevolezza di chi si sente pronta ad affrontare la sfida».

Mentre, Paola Adinolfi, immagina «un’università democratica, equa e inclusiva, capace di attrarre i talenti e farli fiorire. Il mio programma non è un elenco chiuso di misure, ma un percorso aperto basato su confronto con tutta la comunità accademica e analisi sul campo evidence-based. Un’università solida e in equilibrio finanziario, capace di supportare le persone e liberare le energie imprigionate. Una comunità generativa che abita un campus – laboratorio di innovazione – spiega ancora – Non si tratta di un’utopia, ma di un futuro realizzabile, con opportune scelte politiche e organizzative. Servono determinazione, competenza e un patto di corresponsabilità con tutta la comunità universitaria!».

Le posizioni di Campiglia e D’Antonio

«Insieme per vincere», dichiara Pietro Campiglia. «Non è uno slogan. È di più: è la frase che più riassume la mia visione politica – dice – L’agire condiviso prende forma nelle pagine del mio programma attraverso la previsione di una governance improntata alla trasparenza, all’ascolto, alla partecipazione attiva di tutte le componenti accademiche, con forme di intervento inclusive che coinvolgano, in un’ottica globale, territorio ed Istituzioni. Intendo rafforzare sostanzialmente il ruolo del Senato, del CdA, dei Dipartimenti, delle rappresentanze studentesche, del personale tecnico amministrativo nelle scelte strategiche relative all’Ateneo. Solo uniti si cresce. Solo uniti si vince».

Ri-fondare la comunità di ateneo intorno alle persone e alle loro competenze è l’obiettivo anche di Virgilio D’Antonio: «Valorizzare un modello di governo aperto, pluralistico e policentrico in cui la compartecipazione delle diverse componenti ai processi funga da spinta propulsiva per trasformare l’università in protagonista reale del cambiamento del contesto sociale, economico e culturale», afferma, con una proposta programmatica che si fonda su «policentrismo, pluralismo, interdisciplinarità, innovazione, semplificazione, condivisione, ascolto attivo, sinergia, inclusione, declinati in una serie di strategie e azioni secondo le missioni dell’ateneo (ricerca, didattica, terza e quarta Missione) da supportare con politiche di governance basate su trasparenza e coinvolgimento diretto delle persone».

Il progetto di Vecchione

Il progetto di Carmine Vecchione vede al centro cura, responsabilità e una squadra vera. «Ho sempre lavorato in squadra, costruito alleanze operative, condiviso responsabilità. La mia visione di team non è di facciata: ogni delega avrà una funzione strategica, con persone competenti e autonomia reale – e aggiunge Miro ad una direzione strategica diffusa, con tavoli permanenti tra docenti, tecnici-amministrativi, studenti e istituzioni territoriali. Tra le priorità: portale per la trasparenza, supporto alla ricerca, centralità delle scienze sociali ed umanistiche, premialità per i giovani talenti, polo biotecnologico, ambienti smart, piano genitorialità, rilancio della Fondazione. Lavoriamo insieme per Unisa 2030».

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