Come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola, un nuovo cedimento strutturale si è verificato all’interno dell’Università di Salerno, questa volta in un’aula del Dipartimento di Agraria. Il caso è stato segnalato tramite la pagina Spotted e rilanciato da diverse associazioni studentesche, tra cui Asinupress, che ha diffuso un video in cui si vede il pavimento coperto di detriti. Non si registrano feriti, ma l’episodio alimenta una preoccupazione ormai radicata nella comunità universitaria.
Università di Salerno, nuovo crollo di calcinacci ad Agraria
Secondo le associazioni studentesche si tratta dell’ennesima manifestazione di un problema più ampio, che riguarda la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici del campus di Fisciano. Asinupress, in una nota diffusa nelle ultime ore, ricorda che «non si tratta di un caso isolato». Il collettivo elenca una lunga serie di precedenti: infiltrazioni d’acqua nelle biblioteche, mattonelle staccate, intonaco caduto in diverse aule, bagni danneggiati, vetri rotti e allagamenti che, in passato, hanno determinato anche la chiusura temporanea di interi piani.
Secondo gli studenti, ciò che preoccupa maggiormente non è solo la frequenza degli episodi, ma la percezione di normalità che si starebbe instaurando. «La normalizzazione è evidente», afferma Asinupress, citando i due video circolati su Spotted: uno pubblicato nelle ultime ore, dove alcuni studenti restano in aula nonostante i calcinacci appena caduti; l’altro, risalente a circa sei mesi fa, in cui si sente la reazione spaventata di chi ha evitato il crollo per pochi secondi. Per il collettivo, questo comportamento dimostra come incidenti che dovrebbero essere considerati eccezionali siano ormai vissuti come parte della routine.
Gli studenti chiedono un intervento urgente e un piano strutturato di monitoraggio degli edifici, sottolineando che la sicurezza non può dipendere dalla fortuna. Il nodo centrale, secondo le associazioni, è l’assenza di una strategia di prevenzione adeguata: vengono annunciati nuovi progetti edilizi, ma senza un parallelo investimento sulla manutenzione dell’esistente. Il timore, riferiscono, è che i cedimenti continuino finché non si verificherà un incidente più grave.
