Cronaca

Una virgola nel nome blocca i sostegni per un bambino gravemente malato: famiglia in attesa da un anno e mezzo

Foto di repertorio

Una famiglia di Montesilvano attende da oltre un anno e mezzo il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento per il proprio figlio, affetto da gravi patologie cardiache sin dalla nascita. La vicenda ha origine da un errore formale avvenuto al momento della registrazione anagrafica del bambino, nato nel gennaio 2024 presso il Policlinico Gemelli di Roma.

Nel certificato anagrafico, tra i due nomi attribuiti al neonato, è stata inserita una virgola non prevista dalla modulistica ordinaria. Un dettaglio apparentemente minimo, ma sufficiente a generare un codice fiscale errato e a paralizzare l’intero iter amministrativo necessario per l’erogazione del sostegno economico.

Una virgola nel nome blocca i sostegni per un bambino gravemente malato

Il bambino, che nel primo anno di vita ha già affrontato tre interventi, di cui due a cuore aperto, necessita di cure continuative e monitoraggi specialistici presso centri ospedalieri altamente specializzati. Le spese connesse agli spostamenti frequenti, ai soggiorni fuori regione e alle terapie accessorie sono state sostenute finora quasi interamente dalla famiglia, composta da una coppia di giovani genitori e caratterizzata da un unico reddito. La madre racconta di aver saputo già durante la gravidanza della grave malformazione cardiaca del feto e di aver optato per il proseguimento della gestazione, con parto programmato proprio in una struttura in grado di intervenire immediatamente.

L’errore amministrativo è stato segnalato e corretto a livello di commissione medico-legale. Tuttavia, il verbale aggiornato non risulta ancora trasmesso ai sistemi dell’Inps, rendendo impossibile l’avvio della liquidazione della pensione di invalidità. I genitori, dopo essersi rivolti alle sedi territoriali competenti, non sono ancora riusciti a ottenere lo sblocco dell’iter. La pratica, secondo quanto riferito loro negli incontri con gli uffici, risulta tuttora sospesa in attesa dell’allineamento dei dati nel sistema informatico.

La famiglia, esasperata dalla lunga attesa, ha chiesto il supporto dell’associazione Carrozzine Determinate, che segue situazioni legate alle disabilità e alle difficoltà di accesso ai diritti. L’associazione ha definito il caso emblematico di come un’anomalia formale possa trasformarsi in un ostacolo significativo nel riconoscimento di prestazioni essenziali, soprattutto quando si tratta di un minore con patologie gravi. L’appello rivolto agli enti competenti è quello di accelerare l’aggiornamento del codice identificativo e completare la procedura, permettendo alla famiglia di accedere alle somme previste, comprese le mensilità arretrate.

Dalla direzione regionale competente è stata annunciata l’apertura di una verifica interna per individuare le cause del ritardo e procedere allo sblocco dell’iter. In attesa dell’esito, la famiglia continua a fronteggiare autonomamente cure e spese quotidiane.

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