“La guerra in Ucraina è contro chi sostiene i Gay”: il sermone del patriarca di Mosca Kirill
“Per otto anni”, ha detto Kirill, “ci sono stati tentativi di distruggere ciò che esiste nel Donbass“, area ucraina dove si sono installate due autoproclamate repubbliche filorusse, “dove c’è un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che oggi vengono offerti da chi rivendica il potere mondiale“.
Secondo Kirill “oggi esiste un test per la lealtà a questo governo, una specie di passaggio a quel mondo “felice”, il mondo del consumo eccessivo, il mondo della “libertà” visibile. Sapete cos’è questo test? È molto semplice e allo stesso tempo terribile: è una parata gay. Le richieste di far svolgere una parata gay sono considerate un test di lealtà a quel mondo, così potente, e sappiamo che se popoli o Paesi rigettano quelle richieste, restano fuori da quel mondo. Ma sappiamo che quello che viene proposto da queste “marce della dignità” è un peccato, un peccato condannato dalla Parola di Dio”.
Il patriarca Kirill e la questione del Donbass
Il patriarca ortodosso ha fatto riferimento solo alle vittime filo-russe nel Donbass, e mai a quelle dell’attuale invasione, e ha esortato alla resistenza contro i valori promossi dalla lobby gay. “Se l’umanità riconosce che il peccato non è una violazione della legge di Dio — ha osservato —, se l’umanità concorda sul fatto che il peccato è una delle opzioni per il comportamento umano, allora la civiltà umana finirà lì”. E le parate gay “sono progettate per dimostrare che il peccato è una delle variazioni del comportamento umano“.
Il 27 febbraio, nel quarto giorno di guerra, Kirill — che in privato si era opposto, anni fa, all’annessione della Crimea da parte della Russia — si era riallineato alle posizioni del Cremlino e aveva definito “forze del male” gli oppositori di Mosca.
Fonte: Il Corriere