Un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Salerno ha portato all’arresto di dieci persone, accusate di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il blitz, eseguito all’alba dai carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore, rappresenta uno degli sviluppi più rilevanti di un’indagine avviata nel maggio 2024 e che, fin da subito, aveva portato all’applicazione di misure cautelari nei confronti di otto soggetti. A dirigere le indagini il sostituto procuratore antimafia Elena Guarino come riportato da Il Mattino.
Traffico di droga tra Cava de’ Tirreni e l’Agro nocerino: 10 arresti
Oltre ai dieci arresti, sono sette gli indagati per i quali è stato disposto l’interrogatorio preventivo, in attesa della valutazione per la possibile applicazione di misure cautelari da parte del gip Valeria Campanile, secondo le disposizioni della legge Nordio. L’attività investigativa ha portato alla luce un’organizzazione ben strutturata dedita al traffico e allo smercio di crack e cocaina nell’area che va da Cava de’ Tirreni all’Agro nocerino sarnese, con estensioni anche in altri comuni della provincia di Salerno e Avellino.
Le indagini hanno ricostruito un sistema di spaccio basato su una rete di pusher che operavano sia tramite consegne a domicilio, contattabili telefonicamente, sia attraverso punti vendita fissi, denominati “droga shop”, spesso situati all’interno delle abitazioni degli stessi arrestati. In carcere sono finiti Vincenzo De Martino, detto “’o principino”, Emilia Capasso, Andrea Guariglia, Guglielmo Mandiello (“Mino”), Claudio Mannara, Pasquino Mosca (“Lino”), Camillo Nizza (“’o compare”), Francesco Osio Wahid (“Ciccio ’o ner”), Ferdinando Pierri e Michele Viscuso. Alcuni risultano già detenuti per altri procedimenti.
Il caso è partito da una segnalazione del 19 aprile scorso, quando i carabinieri di Castel San Giorgio hanno raccolto la denuncia di un giovane assuntore di cocaina, vittima di una richiesta estorsiva legata a un debito per acquisto di droga. Il ragazzo ha riferito di rifornirsi da una donna identificata come Emilia, da cui acquistava regolarmente cocaina in dosi da cinque o sei grammi, per un valore tra i 300 e i 400 euro. Il debito iniziale di 100 euro era stato arbitrariamente aumentato a 500 euro, con minacce rivolte anche all’attività commerciale della fidanzata della vittima.
Le successive attività tecniche e intercettazioni telefoniche hanno permesso di delineare i ruoli dei vari componenti del gruppo, individuando Vincenzo De Martino ed Emilia Capasso come promotori dell’associazione. La coppia manteneva rapporti con fornitori (ancora non identificati) e si occupava della distribuzione della droga attraverso una rete collaudata. Secondo gli inquirenti, sarebbero stati coinvolti anche i figli della Capasso, sebbene il giudice per le indagini preliminari abbia rigettato la richiesta di arresto nei loro confronti.
Il sistema di spaccio appare simile a quello già emerso nell’inchiesta “Civico 17″, risalente a due anni fa e conclusasi con condanne in primo grado. Anche in quel caso, l’organizzazione mostrava dinamiche quasi familiari, con ruoli e compiti ben distribuiti tra i membri. L’area di operatività del gruppo si estendeva da Nocera Superiore a Montoro Superiore, passando per Pagani, Cava de’ Tirreni, Bracigliano, Mercato San Severino, Cetara e Vietri sul Mare.
Le testimonianze raccolte durante le indagini, comprese quelle di numerosi acquirenti, hanno confermato il funzionamento del sistema e la regolarità degli acquisti, con importi variabili tra i 100 e i 200 euro a dose. L’inchiesta prosegue con l’esame delle posizioni dei sette indagati ancora in libertà e con ulteriori approfondimenti volti all’identificazione dei fornitori e all’accertamento delle responsabilità residue all’interno della rete criminale.