Dal governo arriva il via libera alla sugar tax: una novità che comporterà aumenti di prezzo per le grandi aziende produttrici di bibite, dalla Coca Cola alla Fanta e la Pepsi, ma anche succhi di frutta, té e bevande per sportivi.
Sugar tax, c’è il via libera: partono le polemiche
Lo prevede l’emendamento del governo al decreto Superbonus che, infatti, ha sbloccato la tassa sulle bibite zuccherate. Una decisione che arriva dopo anni di rinvii dalla sua prima previsione nella legge di Bilancio: in questo modo l’imposta dovrebbe entrare in vigore a partire da luglio 2024.
L’emendamento, però, prevede che la tassa passi da 10 a 5 centesimi per litro, in particolar modo per i prodotti zuccherati in bustina scende da 25 a 13 centesimi per chilogrammo. È stata invece rinviata al 2026 la plastic tax, ovvero l’imposta sul consumo dei manufatti in plastica con singolo impiego.
La Sugar Tax in Italia
Nel 2018 la Società Italiana di Diabetologia, unitamente ad altre rappresentanze del settore, ha indirizzato una lettera al ministro della salute Giulia Grillo per valutare l’introduzione anche in Italia di una tassa del 20% sulle bibite zuccherate, sottolineandone i benefici per la salute dei consumatori. Il dibattito sull’introduzione di tale imposta, vista da un lato come possibile mezzo per incentivare una dieta più sana, dall’altro come un pericolo per l’industria dello zucchero ed l’indotto ad essa collegato, si è sviluppato nel Governo in concomitanza con la discussione della manovra finanziaria di fine anno.
Nel settembre 2019 il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha definito in un intervento pubblico l’idea di introdurre una tassa “sulle bibite gassate” (non specificando se riferita solamente a quelle zuccherate) “praticabile”, con lo scopo di finanziare ricerca e formazione.
Alla fine del 2019 il provvedimento era stato ufficialmente varato, con l’introduzione di una imposta sul consumo di bevande analcoliche edulcorate pari a 10 euro per ettolitro nel caso di prodotti finiti e di 0,25 euro per chilogrammo nel caso di prodotti da diluire; con l’approvazione della legge di bilancio 2021, l’introduzione ufficiale del provvedimento è stata posposta al 1º gennaio 2022 e successivamente rimandata ancora al 1º gennaio 2024. L’associazione dei produttori di bibite analcoliche ha rinnovato la propria contrarietà alla proposta, stimando come suo effetto una contrazione del mercato del settore pari al 16%