Cronaca

Strangolata con un foulard, una nuova pista: non è stato il badante

Diva Borin è morta strangolata con un foulard. Dopo 3 anni è stato assolto il badante che si occupava di lei. Adesso si indaga per capire chi è l’assassino della anziana signora di 86 anni, di Urago Mella (Brescia).

Strangolata con un foulard: non è stato il badante

Salvatore Spina, l’unico accusato finora per l’omicidio della donna, nel marzo del 2019, è stato infatti assolto dopo tre anni e mezzo per non aver commesso il fatto. È la fine di un incubo per l’uomo, 41enne dipendente di un supermercato della zona ma anche “badante” e “tuttofare” per la signora: si fidava così tanto di lui da avergli intestato parte della sua eredità.

Salvatore Spina è stato assolto in primo grado

Sarebbe stato questo, per la pubblica accusa, il movente dell’omicidio. Poi smentito dalla sentenza di primo grado, con rito abbreviato, che come detto ha assolto con formula piena il 41enne. Secondo il giudice dell’udienza preliminare Andrea Gaboardi, Diva Borin è stata uccisa, ma non dal suo badante. Alla sentenza si è arrivati al termine di una lunga e complessa indagine e di un processo articolato. Salvatore Spina era stato inizialmente accusato di omicidio con le aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti: il sostituto procuratore Antonio Bassolino aveva chiesto per lui 14 anni e 4 mesi di carcere. Ora, a più di tre anni dall’accaduto, è arrivata l’assoluzione: le motivazioni sono attese nei prossimi novanta giorni.

Chi ha ucciso Diva Borin?

Per Salvatore Spina, che si è sempre dichiarato innocente, non è mai stata emessa una misura cautelare. A convincere il giudice della sua innocenza sarebbero state le ultime perizie medico-legali, che avrebbero smentito la possibilità di una morte prima delle 23 dell’1 marzo 2019, gli orari che invece venivano contestati a Spina (il quale, secondo le prove presentate al processo, alle 20.30 era già altrove). Questo significa che Diva Borin sarebbe morta nella notte – venne ritrovata, ricordiamo, proprio da Spina verso mezzogiorno del 2 marzo – e che qualcuno l’ha uccisa. Ma quel qualcuno è ancora libero.

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