Strasburgo, 10 settembre 2025, Ursula von der Leyen ha scelto toni solenni e combattivi per il suo discorso sullo State of the Union, il primo del nuovo mandato alla guida della Commissione Europea. Ha definito questo momento come un passaggio decisivo, in cui l’Unione è chiamata a lottare per la propria unità, indipendenza e per i valori democratici che la definiscono. Il tema della guerra in Ucraina ha occupato uno spazio centrale.
La presidente ha ribadito che l’Europa continuerà a sostenere Kiev fino al raggiungimento di una pace giusta e duratura. Tra le nuove misure annunciate figurano il programma militare denominato Qualitative Military Edge e una vera e propria alleanza sui droni con l’Ucraina, sostenuta da ingenti fondi europei. Von der Leyen ha inoltre proposto l’uso degli interessi maturati sugli asset russi congelati per finanziare un prestito speciale a favore del governo ucraino, senza però arrivare alla confisca vera e propria.
Il conflitto con Mosca è stato anche l’occasione per riaffermare la necessità di ridurre al minimo le dipendenze energetiche dall’esterno. La presidente ha chiesto di accelerare la transizione verso fonti rinnovabili, di rafforzare i controlli sulle cosiddette “shadow fleet” e di colpire i paesi che facilitano l’elusione delle sanzioni.
Ampio spazio è stato riservato anche alla crisi in Medio Oriente. Von der Leyen ha definito “una fame causata dall’uomo” la situazione umanitaria a Gaza e ha proposto la sospensione parziale dell’Accordo di Associazione con Israele, in particolare per quanto riguarda le relazioni commerciali, oltre al congelamento del sostegno bilaterale diretto, fatta eccezione per le iniziative della società civile.
Sul piano globale, la presidente ha difeso il contestato accordo commerciale con gli Stati Uniti, presentandolo come un compromesso necessario per evitare una guerra commerciale aperta. Ha però precisato che l’Unione non intende rinunciare ai propri standard in materia di ambiente e regolamentazione digitale, che rimarranno di competenza europea.
Von der Leyen ha colto l’occasione per rilanciare il tema della governance interna dell’Unione, invocando la fine del principio di unanimità nelle decisioni di politica estera, da lei definito un ostacolo a un’Europa credibile sulla scena internazionale.
Accanto alle priorità geopolitiche, il discorso ha toccato anche le sfide economiche e sociali. La presidente ha annunciato l’introduzione di criteri “Made in Europe” negli appalti pubblici, nuove regole sugli aiuti di Stato, misure per affrontare la crisi abitativa e l’impegno a sradicare la povertà entro il 2050. Ha inoltre ribadito l’importanza di una politica industriale comune capace di rafforzare la competitività del continente.
Pur riconoscendo l’ambizione delle sue proposte, alcuni osservatori hanno sottolineato la mancanza di un vero approfondimento sulla resilienza sociale e sulla partecipazione dei cittadini, considerati elementi essenziali per mantenere la fiducia in un periodo segnato da sacrifici e scelte difficili.
Con questo discorso, von der Leyen ha voluto ribadire che l’Europa non può limitarsi a essere un mercato, ma deve diventare un attore geopolitico pienamente consapevole delle proprie responsabilità. La sfida sarà tradurre queste parole in azioni concrete e, soprattutto, convincere gli Stati membri a fare fronte comune in un contesto mondiale sempre più frammentato e instabile.