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Separazione delle carriere in magistratura: il Senato approva la riforma in seconda lettura

Senato-legittima difesa

Il Senato ha dato il via libera alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere in magistratura. Due Csm e un’Alta Corte disciplinare tra le novità. Ecco cosa cambia.

Separazione delle carriere in magistratura: approvata la riforma

Con 106 voti a favore, 61 contrari e 11 astensioni, il Senato ha approvato in seconda lettura la riforma costituzionale che introduce la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Il provvedimento, fortemente voluto dalla maggioranza di centrodestra, è stato definito “storico” dalla premier Giorgia Meloni, che ha parlato di un «sistema più equo».

La riforma stabilisce due percorsi professionali distinti e non interscambiabili: i pubblici ministeri, incaricati delle indagini, e i giudici, responsabili del giudizio. Previsti due concorsi separati per accedere alle carriere, a garanzia dell’autonomia funzionale di ciascun ruolo. Cambia anche la struttura del Consiglio Superiore della Magistratura, che sarà diviso in due organi separati: uno per i giudici e uno per i pm. Entrambi saranno composti da 30 membri, selezionati in parte tramite sorteggio da elenchi predisposti dal Parlamento. Viene istituita inoltre un’Alta Corte disciplinare, formata da 15 componenti, incaricata di giudicare i magistrati. Tra i membri, tre saranno scelti direttamente dal Presidente della Repubblica.

Per entrare in vigore, la riforma dovrà essere approvata in terza e quarta lettura da entrambe le Camere. Intanto, il governo rivendica il risultato come un passo verso il rispetto del programma elettorale. Di segno opposto il commento delle opposizioni, che denunciano un rischio di squilibrio costituzionale e promettono battaglia: «Sarà bocciata dal popolo».

Senato della Repubblica

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