Cronaca Salerno, Salerno

Scarichi abusivi nel Sarno, l’allarme di Avagnano: «Inquinamento sotto gli occhi di tutti»

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Torna l’incubo dell’inquinamento nel fiume Sarno: Gennaro Avagnano denuncia scarichi abusivi nel centro cittadino di Scafati. Accusa: «Fabbriche protette per interessi elettorali». Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Scarichi abusivi nel Sarno, l’allarme di Avagnano

Con l’arrivo dell’estate, il fiume Sarno torna a tingersi di allarme. A rilanciare la denuncia è Gennaro Avagnano, capogruppo di Scafati Rinasce, che punta il dito contro un nuovo scarico abusivo rilevato nel cuore del centro cittadino, proprio a ridosso dell’incrocio tra via Oberdan, via Sant’Antonio Abate e via Melchiade, a pochi metri dalla sede del Comune.

«Passano gli anni ma l’inquinamento resta un fenomeno puntuale con l’arrivo del caldo», attacca Avagnano. «Lo scarico è lì, sotto gli occhi di tutti».

La denuncia

La segnalazione è stata trasmessa a Gori, alla polizia locale e al settore ambiente, ma per Avagnano non è sufficiente: «Il problema è sistemico. C’è una politica che chiude gli occhi per convenienza elettorale, tollerando comportamenti criminali di imprenditori senza scrupoli».

Un’accusa pesante, che chiama in causa la gestione ambientale della giunta Aliberti, colpevole – secondo l’esponente della maggioranza – di inerzia e complicità silenziosa.

La proposta

Per arginare il fenomeno, Avagnano chiede l’attivazione immediata di una task force ambientale, con il coinvolgimento delle autorità competenti: «È urgente avviare un piano di monitoraggio su tutto il territorio, in particolare su Rio Sguazzatorio e sul canale Contro Fosso Destro, che attraversa via Nuova San Marzano».

Ma lo scandalo ambientale non si ferma a Scafati. Le acque contaminate del Sarno finiscono per sversarsi fino al litorale tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, con conseguenze dirette sulla salute dei cittadini e sull’economia turistica della zona.

«Si avvelenano le persone e si distrugge una costa di straordinaria bellezza e potenziale. È uno scempio ambientale e sociale», conclude Avagnano.

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