Cronaca Salerno, Salerno

Sarno, pestato con un martello in strada: due fratelli ai domiciliari per tentato omicidio

Foto di repertorio
Foto di repertorio

Come ricostruito dal Mattino, arriva una svolta nell’inchiesta sul brutale pestaggio avvenuto a Sarno il 7 dicembre 2024. Due fratelli del posto, A.L. e C.L., di 36 e 26 anni, sono stati arrestati e posti ai domiciliari con braccialetto elettronico. Per loro l’accusa è pesantissima: tentato omicidio. La vittima, G.A., 28 anni, fu colpita ripetutamente alla testa con un martello e lasciata esanime sull’asfalto, in una delle aggressioni più violente degli ultimi anni registrate nel centro cittadino.

Sarno, pestato con un martello in strada: due fratelli ai domiciliari

Secondo quanto riferito dal Mattino, il raid si consumò in pieno pomeriggio, in via Prolungamento Matteotti, a pochi metri dalla sede del Giudice di Pace. Un’area trafficata, sorvegliata da numerose telecamere pubbliche e private, che hanno permesso agli inquirenti di ricostruire con precisione la dinamica dell’accaduto. La vittima, intercettata da terzi, fu individuata e raggiunta dai due fratelli dopo una telefonata ritenuta decisiva per l’avvio dell’agguato: «Venite, l’infame è qui!» sarebbe stata la frase che, secondo gli investigatori, ha dato il via alla spedizione punitiva.

Come ricorda il Mattino, il giovane tentò di fuggire, ma fu rapidamente bloccato e colpito con calci e pugni. Poi l’aggressione degenerò: uno dei due fratelli impugnò un martello e sferrò ripetuti colpi alla testa, provocando fratture gravissime. Il 28enne entrò in coma e rimase ricoverato per settimane. Ancora oggi è impegnato in un difficile percorso di riabilitazione.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Nocera Inferiore diretta dal procuratore Roberto Lenza, e condotta dai carabinieri della stazione di Sarno con il supporto del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore guidato dal tenente colonnello Gianfranco Albanese, ha portato alla luce quello che appare come un regolamento di conti. La Procura ritiene che alla base dell’aggressione ci fossero vecchi dissidi e precedenti liti tra la vittima e i due fratelli, legati anche da rapporti di parentela.

Il Mattino riferisce inoltre che è indagato, con obbligo di dimora, anche l’uomo che avrebbe effettuato la telefonata per segnalare la presenza del 28enne. Coinvolto nelle indagini anche il padre della vittima, al momento all’estero, trovato in possesso di un’arma: secondo gli inquirenti avrebbe subito pressioni e minacce, elementi che avrebbero inciso sulla scelta di armarsi.

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