Salerno

Sanza, il borgo che rinasce: la storia di Dauda e del piccolo Sabino

Sanza, il borgo che rinasce: la storia di Dauda e del piccolo Sabino
Dauda e il piccolo Sabino

Una piccola casa nel cuore del centro storico, semplice ma densa di significato. Per Dauda, giovane ivoriano, e per la sua compagna rappresenta molto più di un’abitazione: è il simbolo di un nuovo inizio, il segno concreto di un percorso di integrazione che ha portato a Sanza, nel Cilento, la nascita di un nuovo abitante dopo anni di silenzio. Da poco più di un mese è arrivato Sabino, un neonato che restituisce speranza a un borgo segnato dallo spopolamento come racconta il Corriere del Mezzogiorno.

Sanza, il borgo che rinasce: la storia di Dauda

L’idea del nome è nata tra gli amici del Bar Napoli, luogo di ritrovo nel centro storico. «E se lo chiamassimo Sabino?», hanno proposto in omaggio al patrono del paese. A condividere la gioia della nascita ci sono Franco e Gino, due fratelli che dieci anni fa hanno accolto Dauda come un figlio, accompagnandolo nel percorso di crescita e integrazione.

La storia del giovane ivoriano è segnata da un viaggio difficile. Ancora adolescente, ha attraversato il deserto, conosciuto le prigioni libiche e affrontato la traversata del Mediterraneo. «Ho pensato che la morte di tanti miei compagni di viaggio fosse il prezzo da pagare al mare, per chi come me aveva avuto la fortuna di sopravvivere», racconta oggi. Dopo l’approdo a Lampedusa, l’accoglienza nei centri e il trasferimento in Campania, Dauda ha trovato a Sanza una comunità pronta a sostenerlo.

Qui ha costruito la sua vita: un lavoro come operaio in una ditta locale, una compagna e ora una famiglia. Il legame con il paese è diventato saldo, alimentato dall’affetto ricevuto e dal supporto di chi lo ha aiutato a inserirsi.

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