Salò ha revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, un atto simbolico approvato dal consiglio comunale su proposta del capogruppo di centrosinistra Tiberio Evoli.
Salò revoca la cittadinanza onoraria a Mussolini
Salò ha ufficialmente revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, un atto simbolico che segna la fine di una storia durata quasi un secolo. La cittadinanza era stata conferita al duce il 23 maggio 1924 dal commissario prefettizio.
La mozione di revoca è stata approvata dal consiglio comunale, grazie al capogruppo della maggioranza di centrosinistra, Tiberio Evoli. Il sindaco di Salò, Francesco Cagnini, in carica dallo scorso anno, aveva già proposto in passato un’iniziativa simile quando era all’opposizione. Questo è stato il terzo tentativo della cittadina sul lago di Garda di affrontare il proprio passato.
Il voto ha visto dodici consiglieri favorevoli alla mozione, tutti della maggioranza di centrosinistra, mentre tre consiglieri si sono opposti e uno si è astenuto, tutti appartenenti a liste civiche, una delle quali vicina a Fratelli d’Italia.
Reazioni e Polemiche
Non sono mancati momenti di tensione durante la discussione. “Per noi, la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini è un passaggio che non merita alcuna parola”, ha dichiarato il sindaco Cagnini, 29 anni. L’annuncio dell’approvazione della mozione ha suscitato applausi, ma anche qualche fischio tra i presenti.
Un Valore Simbolico Rilevante
Pur non essendo il primo comune italiano a revocare tale onorificenza, il gesto di Salò ha un significato particolare. La località, infatti, fu il fulcro della Repubblica Sociale Italiana (RSI) dopo l’8 settembre 1943, e per due anni ne fu la capitale.
La prima mozione per la revoca era stata presentata nel 2019, ma non era stata nemmeno votata. Una seconda proposta era stata riproposta nel 2020, ma era stata respinta dall’amministrazione di centrodestra. Con questo nuovo passo, Salò si confronta finalmente con un capitolo controverso della sua storia.