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Vigili urbani trattati come dirigenti: Vincenzo De Luca condannato a risarcire 100mila euro

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Vincenzo De Luca
Vincenzo De Luca

Vincenzo De Luca è stato condannato, in via definitiva, a risarcire il danno erariale che ammonta a 100mila euro: la Cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato dal presidente uscente della Regione Campania.

Vigili urbani equiparati a dirigenti: De Luca condannato a risarcire 100mila euro

Vincenzo De Luca dovrà corrispondere 100mila euro alla Regione Campania. La Corte di Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’ex governatore contro la sentenza d’appello della Corte dei Conti, rendendo definitiva la condanna già pronunciata. Al centro della vicenda ci sono quattro vigili urbani del Comune di Salerno, inizialmente distaccati presso la Regione con mansioni di autisti e successivamente contrattualizzati come dirigenti. Nel gennaio 2024, i giudici contabili di secondo grado avevano riconosciuto un danno erariale legato alla corresponsione di indennità maggiorate, condannando De Luca al risarcimento. Dopo la decisione sfavorevole in appello, l’ex sindaco di Salerno aveva proposto ricorso alle Sezioni Unite civili della Cassazione, che con ordinanza pubblicata il 26 dicembre hanno respinto l’istanza.

L’ordinanza

La Suprema Corte ha ritenuto inammissibile il ricorso fondato su un presunto difetto di giurisdizione. In particolare, De Luca aveva sostenuto che il presidente del collegio giudicante, al momento dell’udienza e della decisione, ricoprisse un incarico di consigliere giuridico del Ministro della Salute.

Le Sezioni Unite hanno respinto questa tesi, chiarendo che l’incarico era regolarmente autorizzato e compatibile con l’esercizio della funzione giudiziaria. Secondo i giudici della Cassazione, il magistrato «ha esercitato legittimamente la potestas iudicandi», non trovandosi in condizione di “fuori ruolo”, poiché autorizzato da uno specifico provvedimento dell’organo competente. Alla luce di queste valutazioni, la sentenza della Corte dei Conti d’Appello è stata ritenuta priva di vizi, con conseguente conferma della condanna.

La vicenda

La vicenda trae origine dalla decisione di inserire alcuni vigili urbani nella segreteria dell’allora presidente della Regione. In primo grado, il danno contabile contestato a De Luca era stato quantificato in 59mila euro. Successivamente, nel gennaio 2024, la Corte dei Conti d’Appello ha accolto il ricorso della Procura generale, rappresentata dai pm Davide Vitale e Michele Ferrante, ricalcolando il danno in 100.910,80 euro.

Nella motivazione, i giudici hanno evidenziato che la responsabilità dell’ex governatore consiste nell’aver consentito l’erogazione di un’indennità “maggiorata” ai quattro collaboratori in assenza dei presupposti richiesti. Per la magistratura contabile, De Luca avrebbe agito «con evidente colpa grave», in maniera superficiale e poco prudente, nonostante l’esperienza maturata ai vertici della pubblica amministrazione. In particolare, non avrebbe richiesto il parere degli organi tecnico-amministrativi competenti, ritenendo che la discrezionalità nella riorganizzazione della segreteria potesse spingersi fino a equiparare i collaboratori ai responsabili delle segreterie degli assessori, a prescindere dalle attività effettivamente svolte.

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