Vertenze ex LSU al Parco Nazionale del Cilento: a Vallo della Lucania, la FP CGIL apre un dialogo con l’Ente e la Regione Campania. Obiettivo: più ore e inquadramenti adeguati per 19 lavoratori stabilizzati. Lo riporta Stiletv.
Vallo della Lucania, vertenza ex LSU al Parco Nazionale del Cilento
Prime aperture nella vertenza che riguarda 19 ex lavoratrici e lavoratori LSU del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, da anni al centro di una battaglia sindacale per il riconoscimento economico e professionale del loro operato.
Durante un tavolo sindacale svoltosi nella Sala Giuseppe Tarallo dell’Ente, alla presenza del presidente Alfonso Coccorullo e del direttore Romano Gregorio, il Parco ha assunto l’impegno formale a promuovere a stretto giro un incontro con la Regione Campania, coinvolgendo anche l’assessorato al Lavoro e le organizzazioni sindacali.
Un lavoro essenziale, ma sottopagato
I lavoratori, stabilizzati nel 2021 con contratti part-time da sole 12 ore settimanali, ricoprono da decenni ruoli essenziali all’interno dell’Ente. Tuttavia, denunciano la mancanza di un’adeguata retribuzione e di un inquadramento contrattuale coerente con le mansioni effettivamente svolte.
Una situazione che la FP CGIL definisce “insostenibile e mortificante”, tanto da aver ottenuto l’attenzione anche di rappresentanti istituzionali: il consigliere regionale Michele Cammarano, i deputati Piero De Luca e Franco Mari, quest’ultimo autore di un’interrogazione parlamentare rivolta ai ministri dell’Ambiente, della Pubblica Amministrazione e del Lavoro.
Il ruolo del sindacato: “Non ci fermeremo finché non avremo risposte concrete”
La FP CGIL – rappresentata al tavolo da Matteo Ariano (coordinatore nazionale Enti Parco), Antonio Capezzuto (segretario generale FP CGIL Salerno), Carmine G. Parisi e Carmine Tolomeo (RSU) – si dice soddisfatta del primo risultato, ma pronta a continuare la mobilitazione fino al raggiungimento dell’obiettivo: più ore lavorative e il giusto riconoscimento contrattuale per chi ogni giorno garantisce servizi fondamentali all’Ente. «Ora serve una risposta concreta dalla Regione. Il Parco, da solo, non ha le risorse – spiegano i sindacalisti – ma l’interlocuzione istituzionale è aperta e il nostro impegno proseguirà senza sosta».