L’Università degli Studi di Salerno consolida la propria posizione nella classifica Censis delle Università italiane per l’anno accademico 2025/2026, mantenendo il sesto posto nella categoria dei mega atenei statali, ovvero quelli con oltre 40.000 iscritti. Il punteggio complessivo attribuito all’Ateneo è di 86,2, in leggera crescita rispetto all’85,8 registrato nell’edizione precedente.
La graduatoria, elaborata annualmente dal Centro Studi Investimenti Sociali, prende in esame sei parametri fondamentali: dotazioni strutturali, qualità dei servizi, accesso alle borse di studio, grado di internazionalizzazione, efficacia della comunicazione e livelli di occupabilità post-laurea come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Università di Salerno, sesto posto tra i grandi atenei statali
Secondo quanto evidenziato nel rapporto, l’Ateneo salernitano mostra segnali di consolidamento e crescita. Le immatricolazioni, stando ai dati provvisori dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti Universitari, sono aumentate del 5,3% nel corso dell’anno accademico 2024/2025, confermando un trend positivo che si riflette anche a livello nazionale, in particolare negli atenei del Centro (+6,1%) e Sud Italia.
Uno dei dati più significativi riguarda il posizionamento dell’Ateneo nel parametro “Comunicazione e Servizi Digitali“, dove l’Università di Salerno conquista il terzo posto nazionale. Distinto anche il risultato nel campo delle politiche per il diritto allo studio: per “borse di studio e altri servizi e contributi a favore degli studenti”, Unisa si colloca al quarto posto nel gruppo dei grandi atenei, con un punteggio di 94. Importante anche la performance nei servizi materiali offerti alla comunità universitaria: l’ateneo rientra tra i primi cinque per disponibilità di alloggi e servizi mensa, grazie anche alla collaborazione con l’Adisurc Campania.
Le dichiarazioni del delegato alla Didattica
Antonio Pietrosanto, docente e delegato del rettore alla Didattica, ha sottolineato come i risultati della classifica riflettano l’impegno dell’intera comunità accademica. «La stabilità nel numero di immatricolati registrato per l’anno 2024/2025 – ha spiegato – e il buon posizionamento nella graduatoria Censis sono la prova della qualità dei servizi garantiti agli studenti, nonostante un contesto in continua evoluzione e fattori esterni non sempre prevedibili, come il calo demografico o le conseguenze della pandemia».
Tra i principali punti di forza dell’Ateneo, il professor Pietrosanto ha ricordato l’ampiezza dell’offerta formativa, che comprende circa 100 corsi di laurea e una ventina di dottorati, coprendo i principali ambiti disciplinari. A questo si aggiungono il valore riconosciuto a livello internazionale della produzione scientifica e la modernità delle strutture nei campus di Fisciano e Baronissi. «L’insieme di questi elementi – ha concluso – permette a Unisa di proporsi come un’università all’avanguardia, in grado di mantenere un rapporto diretto e qualificato con i propri studenti. Il dato sull’aumento del 7% delle iscrizioni ai corsi di laurea magistrale ne è una conferma, a testimonianza del livello di fidelizzazione e della soddisfazione rispetto all’intero percorso accademico».