Cronaca Salerno, Salerno

Unisa, il rettore D’Antonio traccia la visione dell’ateneo del futuro: aperto, innovativo e connesso al territorio

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Virgilio D'Antonio
Virgilio D'Antonio

Un’università «luogo del possibile», capace di coniugare innovazione, dialogo e apertura. È questa la visione delineata da Virgilio D’Antonio, neo rettore dell’Università degli Studi di Salerno, nel corso del primo incontro ufficiale con la stampa, svoltosi in un’aula gremita. Il professore, che assumerà ufficialmente l’incarico il prossimo 1° novembre, ha illustrato i principi fondamentali su cui intende costruire il mandato dei prossimi sei anni, ponendo l’accento sulla necessità di ricostruire l’identità dell’ateneo, non più come entità isolata, ma come parte attiva del contesto nazionale e mediterraneo come riportato dal quotidiano Il Mattino.

Unisa, il rettore D’Antonio traccia la visione dell’ateneo del futuro

D’Antonio ha definito l’incontro una sorta di “piccola costituente”, finalizzata a rifondare l’identità dell’Università di Salerno come spazio condiviso, capace di dialogare internamente con la propria comunità accademica e, al tempo stesso, di aprirsi alle istituzioni e al territorio. Un luogo dove la formazione e la ricerca scientifica si connettano strettamente al tessuto sociale, superando l’isolamento strutturale e culturale degli anni passati. «Più che di rivoluzione, parlerei di un campus che si adegua a ciò che è diventato. L’università deve riappropriarsi della propria identità e riallinearsi con il presente», ha sottolineato il rettore eletto, facendo riferimento a un impianto amministrativo ormai datato.

Tra le priorità indicate, figurano il rafforzamento delle infrastrutture e dei trasporti, l’intensificazione dei rapporti con l’ospedale e una profonda riorganizzazione amministrativa. Sul fronte della governance, D’Antonio ha mantenuto riserbo sulla futura squadra, ma ha confermato la presenza al suo fianco della professoressa Paola Adinolfi e di Pietro Campiglia, oltre alla decana Genny Tortora, intervenuti anch’essi all’incontro, moderato dal giornalista Eduardo Scotti.

Un altro tema centrale emerso riguarda la mobilità, considerata essenziale per evitare l’isolamento del campus, specialmente nei fine settimana e nelle ore serali. Il potenziamento del sistema di trasporto è stato indicato come una condizione necessaria per rafforzare il legame con le realtà urbane circostanti, a partire da Salerno e Avellino. «Il collegamento deve diventare un’esigenza non solo del campus, ma dell’intera comunità», ha dichiarato D’Antonio, ribadendo l’idea di un’università aperta e radicata nel territorio.

Nel suo intervento, il rettore ha anche rivendicato con fermezza l’indipendenza dell’ateneo, affermando il ruolo dell’università pubblica come spazio libero di cultura e pensiero critico. «Siamo un’istituzione che dialoga con tutte le forze politiche del territorio, ma consapevole della propria autonomia. L’indipendenza è un valore non negoziabile», ha precisato, richiamando l’attenzione su quanto avviene in altri contesti internazionali.

Infine, D’Antonio ha evidenziato l’importanza strategica del Dipartimento di Medicina, collegato al futuro ospedale. Un progetto che integra formazione, assistenza e ricerca, e che segna un’evoluzione significativa nel rapporto tra università e servizi alla salute. In quest’ottica, diventa fondamentale anche la comunicazione delle eccellenze accademiche e scientifiche, ancora troppo poco conosciute al di fuori dell’ambito accademico. «Il campus doveva essere un incubatore – ha concluso – ma si è trasformato in un muro che escludeva. Oggi dobbiamo abbattere queste barriere, restituendo all’università il ruolo di avanguardia culturale e scientifica nel Mezzogiorno».

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