Esattamente un anno fa, il 3 ottobre 2024, scattava all’alba il blitz della Guardia di Finanza di Eboli che portò all’arresto di Franco Alfieri, allora sindaco di Capaccio Paestum e presidente della Provincia di Salerno. Le auto delle Fiamme Gialle raggiunsero la sua abitazione di Torchiara, conducendolo al carcere di Fuorni, dove rimase per oltre tre settimane. Il 29 ottobre il Tribunale del Riesame dispose la sostituzione della custodia cautelare in carcere con i domiciliari, misura tuttora in vigore.
Un anno fa l’arresto di Franco Alfieri
Oltre ad Alfieri, furono raggiunti da misure cautelari la sorella Elvira, il capo staff Andrea Campanile, i vertici della società Dervit, Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, e il funzionario comunale Carmine Greco. Le contestazioni riguardavano corruzione e irregolarità negli appalti pubblici. Intercettazioni ambientali e telefoniche indussero la Procura a chiedere la detenzione in carcere, ritenendo Alfieri capace di inquinare le prove e condizionare la macchina amministrativa. Per questo le richieste di misure alternative vennero respinte più volte.
La vicenda giudiziaria si è poi ampliata. Ulteriori indagini hanno riguardato gli appalti per Fondovalle Calore, il sottopasso di Paestum e la strada Aversana. Il 27 marzo scorso Alfieri è stato raggiunto da un nuovo provvedimento restrittivo per l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso. Secondo gli inquirenti avrebbe stretto un accordo con Roberto Squecco, già condannato per reati di criminalità organizzata. Anche in questo caso la misura cautelare è stata quella degli arresti domiciliari.
La revoca parziale delle misure
Nei giorni scorsi, i giudici di Vallo della Lucania – dove per incompetenza territoriale è stato trasferito il processo per corruzione – hanno disposto la revoca degli arresti domiciliari, sostituendoli con l’obbligo di dimora. Tuttavia, Alfieri resta detenuto in casa per il procedimento legato al presunto patto elettorale con Squecco.
Le dimissioni da sindaco di Capaccio Paestum e da presidente della Provincia di Salerno, presentate il 27 febbraio, non hanno modificato la sua condizione cautelare. Gli altri indagati nel filone sugli appalti, intanto, hanno ottenuto la revoca delle misure restrittive.
L’avvio del processo e la commissione d’accesso
Il processo con rito immediato è iniziato la scorsa settimana a Vallo della Lucania, dove il Comune di Capaccio Paestum si è costituito parte civile. Parallelamente, una commissione d’indagine nominata dal Ministero dell’Interno lavora negli uffici comunali dall’estate, con il compito di verificare eventuali condizionamenti dell’attività amministrativa. La proroga dei lavori scadrà il prossimo 16 novembre.
Ad un anno dall’arresto, Alfieri resta ai domiciliari, mentre il procedimento è entrato nella fase processuale. La vicenda, che ha già segnato la vita politica e amministrativa del territorio, appare ancora lontana da una conclusione definitiva.