Nuovo studio ricostruisce lo tsunami del 1343 che devastò Napoli e Amalfi analizzandone cause, impatto e significato storico e sociale nel Mediterraneo medievale. Lo riporta PositanoNews.
Tsunami del 1343 a Napoli e Amalfi: nuova ricerca ricostruisce il disastro storico
Un nuovo studio offre la più completa ricostruzione dello tsunami che il 25 novembre 1343 devastò Napoli e Amalfi, segnando profondamente il Mediterraneo medievale. L’evento, che trasformò il paesaggio dell’Italia meridionale, lasciò conseguenze durature sulla vita politica e religiosa del Regno di Napoli.
La ricerca
La ricerca, guidata dalla geologa amalfitana Ann Pizzorusso, combina moderne analisi geologiche con una rilettura critica delle testimonianze medievali. L’onda anomala distrusse il porto di Napoli, affondò quasi tutte le imbarcazioni e provocò gravissimi danni anche ad Amalfi, all’epoca uno dei principali scali marittimi del Sud Italia. Tra i testimoni dell’evento figurò Francesco Petrarca, che nelle Familiares VIII.2 descrisse uno dei primi tsunami documentati in Europa.
Secondo Pizzorusso, «lo tsunami del 1343 non fu solo un fenomeno naturale: scosse alle fondamenta la società napoletana e amalfitana, già provata da carestie e tensioni politiche». Le fonti medievali mostrarono come molti interpretarono la catastrofe come un segnale divino, intrecciando natura, politica e religione.
La probabile causa
Lo studio suggerisce che la causa più probabile sia un terremoto sottomarino, eventualmente combinato con un forte temporale, che amplificò la violenza delle onde lungo la costa. La particolare conformazione del porto di Amalfi contribuì a incrementare la forza dell’impatto. L’evento si inserì in un contesto di grande fragilità: carestie legate alla Piccola Era Glaciale e tensioni politiche dovute all’ascesa al trono di Giovanna I del Regno di Napoli. In questo scenario, molti contemporanei interpretarono lo tsunami come una manifestazione della collera divina.
«Collocare lo tsunami del 1343 nel suo contesto storico e geologico ci permette di comprendere come le società medievali costruivano significati attorno alle calamità», spiega Pizzorusso, sottolineando anche il legame personale con Amalfi e l’importanza di recuperare la memoria storica della città. Lo studio evidenzia come un singolo evento naturale possa diventare catalizzatore di narrazioni morali e politiche, influenzando la memoria collettiva per secoli, in particolare nei territori più colpiti come Amalfi.








