La Procura della Repubblica di Vallo della Lucania ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio per 37 persone fisiche e 11 società nell’ambito dell’inchiesta “Facciate d’oro”, condotta dalla Guardia di Finanza di Agropoli e coordinata dal pubblico ministero Antonio Pizzi.
L’indagine, scattata nell’ottobre 2023, ha acceso i riflettori su un presunto sistema fraudolento legato all’utilizzo illecito del cosiddetto “bonus facciate”, incentivo statale previsto per la riqualificazione degli edifici.
Truffa da 12 milioni con il “bonus facciate” anche in Cilento
L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 9 settembre presso il tribunale vallese. Le accuse contestate spaziano dalla truffa aggravata al tentativo di percepire indebitamente erogazioni pubbliche, fino alla produzione, cessione e compensazione di crediti d’imposta inesistenti, riferiti ad anni d’imposta 2021 e 2022.
Tra gli indagati figura Concordio Malandrino, imprenditore cilentano già noto alle cronache giudiziarie per precedenti vicende penali analoghe. Considerato dalla Procura il dominus dell’intero schema, Malandrino risulta attualmente residente a Dubai, in attesa di estradizione. Nell’atto d’accusa si fa riferimento anche alla partecipazione di soggetti individuati come suoi prestanome e soci occulti.
Non mancano profili insoliti tra gli indagati: due sacerdoti, responsabili di altrettanti istituti religiosi del Cilento, risultano coinvolti per aver attestato lavori di restauro mai eseguiti per un importo complessivo di 5,7 milioni di euro. I beni immobili interessati dalla presunta frode sarebbero stati oggetto di lavori documentati solo sulla carta, come riscontrato dai sopralluoghi effettuati dai militari della Guardia di Finanza e dai tecnici comunali.