Non avrebbe dovuto trovarsi in quel capannone, né tantomeno lavorare in prossimità di un macchinario industriale. È quanto emerge dal racconto fornito da due cittadini marocchini – uno dei quali è il fratello della vittima – nel corso dell’incidente probatorio svoltosi lunedì pomeriggio presso il Tribunale di Nocera Inferiore.
I due hanno ripercorso, davanti al giudice, le circostanze che hanno preceduto e seguito la morte di Yassine Bousenna, 17 anni, deceduto l’11 aprile scorso dopo essere rimasto incastrato in un macchinario per la lavorazione del legno come riportato dal quotidiano Il Mattino.
Nocera Inferiore, 17enne morto schiacciato da un macchinario
L’udienza, durata quasi cinque ore, è uno dei momenti centrali dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Gianluca Caputo, che procede per omicidio colposo e violazioni delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Al momento risultano iscritti nel registro degli indagati sette soggetti, tra cui l’amministratore giudiziario dell’azienda di Nocera Inferiore coinvolta, oltre a datori di lavoro, responsabili della sicurezza e dipendenti in ruoli apicali.
Secondo quanto emerso dalle testimonianze, i due uomini avevano lavorato per sei giorni, dal 24 al 29 marzo, senza contratto e in nero. Avevano poi abbandonato l’impiego a causa di ritardi nei pagamenti. Yassine, che non aveva alcun tipo di autorizzazione o formazione professionale, si sarebbe presentato autonomamente in azienda l’11 aprile, ignaro che il fratello non vi lavorasse più da giorni. Il ragazzo, che non parlava con il familiare da tempo a causa di un cellulare guasto, sarebbe stato indirizzato a lavorare accanto al macchinario nonostante la sua giovane età e l’assenza di esperienza.
È a quel punto che si è consumata la tragedia. Il minore è rimasto incastrato sotto un rullo, perdendo i sensi. A liberarlo, secondo le ricostruzioni, sarebbe stato un altro dipendente, che ha tagliato parte del macchinario con una sega. Tuttavia, a destare particolare attenzione da parte dell’autorità giudiziaria è la gestione dei soccorsi. Nessuno, riferiscono i testimoni, avrebbe chiamato immediatamente il 118. Yassine sarebbe stato caricato su un’auto e trasportato in uno spiazzale dove stazionavano ambulanze private. Dopo essere rimasto per alcuni minuti nel veicolo, il 17enne è stato infine condotto al pronto soccorso dell’ospedale Umberto I, dove è morto circa mezz’ora dopo l’arrivo.
Le indagini sono tuttora in corso e l’attività istruttoria resta in piena evoluzione. Il pubblico ministero valuterà ora il contenuto delle testimonianze rese nell’incidente probatorio, in attesa anche dei risultati dell’esame autoptico, per stabilire le responsabilità individuali dei sette indagati. Al centro dell’inchiesta ci sono la ricostruzione dei ruoli svolti da ciascun soggetto coinvolto e la verifica delle eventuali omissioni o negligenze che avrebbero potuto contribuire al decesso del giovane.