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Droga dal Sud America al porto di Salerno: otto condanne nel processo “Drugstore”

Traffico stupefacenti Sud America Salerno

Il Porto di Salerno

Si è chiuso con otto condanne, alcune delle quali particolarmente severe, il processo scaturito dall’inchiesta “Drugstore“, che ha svelato un imponente traffico di stupefacenti dal Sud America all’Italia: la rotta della droga faceva tappa al porto di Salerno, trasformato in un punto strategico per lo smistamento di cocaina e marijuana dirette alle piazze dello spaccio del Mezzogiorno.

Traffico di stupefacenti dal Sud America al Porto di Salerno: otto condanne nel processo “Drugstore”

Secondo quanto emerso nel corso del procedimento, celebrato con rito abbreviato, gli imputati facevano parte di un’associazione criminale di stampo transnazionale. Tra loro, affiliati alla ‘ndrangheta calabrese e soggetti legati a contesti criminali campani. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Salerno, ha documentato come la droga venisse nascosta all’interno di container provenienti dal Sud America, con il porto salernitano utilizzato come scalo principale.

Le indagini, che risalgono al 2024, avevano portato all’esecuzione di 15 misure cautelari, tra cui undici arresti in carcere, tre ai domiciliari e un obbligo di dimora. Il gruppo operava in stretto coordinamento tra Calabria e Campania, grazie alla presenza di un intermediario incaricato di gestire i rapporti logistici e commerciali tra le due regioni.

Le condanne rappresentano un colpo significativo contro il narcotraffico internazionale che da anni interessa il territorio salernitano, confermando il ruolo chiave del porto di Salerno all’interno delle rotte della droga.

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