Un’intesa tra enti pubblici e accademici rilancia la valorizzazione dell’antica Salerno, tra Fratte e il centro storico. In programma scavi, laboratori, visite guidate e una mostra per riscoprire l’identità culturale della città. Provincia, Università di Salerno, Fondazione Paestum e Soprintendenza insieme per valorizzare le radici storiche della città. Parte il progetto “Archeologia in città”: mostre, scavi, didattica e cittadinanza attiva. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Tracce dell’antica Salerno: un patto per l’archeologia
Salerno riscopre le sue radici più antiche grazie a un’alleanza strategica tra Provincia, Università degli Studi di Salerno, Fondazione Paestum e Soprintendenza Abap di Salerno e Avellino. L’obiettivo è ambizioso: ricucire la storia frammentata della città, dai reperti custoditi nel Museo Archeologico di San Benedetto all’area etrusco-sannitica di Fratte.
Fulcro dell’accordo è il progetto “Archeologia in città: dal passato per comprendere il presente”, con un ricco programma di attività pubbliche, scavi, didattica e comunicazione culturale.
Un patrimonio da raccontare
Al centro del progetto ci sono due poli fondamentali:
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il Museo Archeologico Provinciale, che ospita tesori come il clipeo raffigurante Eracle e il leone di Nemea, e la celebre testa di Apollo del I secolo d.C.;
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l’area archeologica di Fratte, sede del tempio antico sull’acropoli nordorientale della Salernum romana.
Grazie a un finanziamento regionale di 270.000 euro, parte dei quali destinati a nuovi scavi, saranno restituiti alla città frammenti ancora inediti della sua storia. Circa 7.000 euro finanzieranno direttamente la campagna archeologica condotta dagli studiosi del Dispac – Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Unisa.
Archeologia viva, partecipata, collettiva
Il progetto, sottolinea la professoressa Angela Pontrandolfo della Fondazione Paestum, intende promuovere l’archeologia come strumento attivo di cittadinanza: «Non solo una disciplina per specialisti, ma un ponte tra memoria e coscienza collettiva». L’iniziativa, fortemente voluta anche dal delegato provinciale Francesco Morra, si propone di superare i confini accademici e portare il sapere scientifico nel quotidiano della città.
Il direttore del Dispac, Armando Bisogno, ribadisce che l’approccio sarà multidisciplinare e partecipato, con l’intento di “diffondere conoscenza e coinvolgere il territorio”.
Scuola, arte e divulgazione: il progetto entra in città
Le attività previste si articoleranno in:
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incontri pubblici con studiosi;
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visite guidate ai siti;
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workshop tematici;
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laboratori scolastici, principalmente al Museo di San Benedetto.
Coinvolti anche i licei salernitani: in particolare il Tasso, destinatario delle attività didattiche, e l’Artistico Sabatini-Menna, già attivo nella valorizzazione della memoria storica. Gli studenti dell’Artistico, insieme ai docenti, hanno realizzato sei busti raffiguranti figure chiave della Scuola Medica Salernitana, che saranno collocati nei Giardini della Minerva e nel Museo Virtuale della Scuola Medica, grazie a un progetto finanziato con 15.000 euro dai Rotary Club cittadini.
Verso la mostra di fine anno
Il primo ciclo di eventi si svolgerà da metà giugno a dicembre 2025, con la partecipazione dei docenti Mauro Menichetti, Michele Scafuro e Antonia Serritella. In chiusura, una mostra all’Archeologico provinciale metterà in dialogo antico e contemporaneo, a cura di Michele Scafuro e Stefania Zuliani.
L’iniziativa sarà sostenuta da strumenti multimediali, materiali divulgativi e contributi scientifici, in un equilibrio tra rigore accademico e fruibilità pubblica. «Il nostro obiettivo – conclude la soprintendente Raffaella Bonaudo – è costruire una cittadinanza più consapevole, partecipe e coinvolta, che riconosca il valore del proprio passato per abitare con coscienza il presente».