Terza corsia sul raccordo Salerno-Avellino: i sindacati chiedono risorse certe, cronoprogramma vincolante e avvio rapido dei lavori per garantire sicurezza e sviluppo nel Mezzogiorno.
Terza corsia raccordo Salerno-Avellino, l’allarme dei sindacati
Da oltre vent’anni il progetto di adeguamento con la terza corsia del raccordo autostradale Salerno–Avellino è tra i cantieri più discussi e rinviati in Italia. Inserito nei programmi nazionali fin dal 2001, il traguardo stenta a concretizzarsi tra pareri interminabili, proroghe e mancanza di risposte concrete per i cittadini e i territori coinvolti.
Nonostante il progetto riguardi appena 9,4 chilometri, i numeri evidenziano il ritardo storico: dai 246 milioni di euro previsti inizialmente, la stima dei costi è salita a 457 milioni nel 2024. Tuttavia, le risorse effettivamente disponibili oggi sono poco più di 109 milioni, appena il 24% dell’investimento complessivo, lasciando scoperti circa 348 milioni senza indicazioni chiare su come saranno reperiti.
I sindacati FILT-CGIL e FIT-CISL sottolineano che il raccordo rappresenta un asse vitale del Mezzogiorno, congestionato ogni giorno oltre la sua capacità, con ripercussioni sulla sicurezza, sulla qualità della vita e sulla competitività economica delle aree attraversate. Paradossalmente, mentre l’avvio dei lavori è previsto per maggio 2026, i vincoli espropriativi sono prorogati fino al 2027, aumentando incertezza e sfiducia tra cittadini e operatori. Per Gerardo Arpino (FILT-CGIL) e Diego Corace (FIT-CISL) è arrivato il momento di superare l’immobilismo e di stabilire una regia chiara tra Governo, Regione e ANAS, definendo:
-
fonti di finanziamento certe per completare l’opera;
-
un cronoprogramma realistico e vincolante;
-
tempi certi per l’avvio dei cantieri.
Il raccordo Salerno–Avellino, sottolineano i sindacati, non può diventare l’ennesima incompiuta italiana: la sua realizzazione è essenziale per mobilità, sicurezza e sviluppo del territorio.