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Sisma tra Irpinia e Salernitano: scosse avvertite, controlli e allerta in vista dell’anniversario del 1980

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Il terremoto
Il terremoto

Scosse di terremoto tra Avellino e Salerno riaccendono la paura e la memoria del 1980. Nessun danno segnalato ma monitoraggio costante e verifiche nelle aree del Cratere. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Terremoto tra Avellino e Salerno: scosse avvertite, monitoraggio continuo e verifiche sugli edifici

Le ultime ore hanno riportato alla mente la natura ciclica dei fenomeni sismici che interessano l’Appennino meridionale. Il territorio del Cratere e l’intera provincia di Salerno tornano a confrontarsi con il rischio sismico, a poche settimane dal 23 novembre, data simbolica del terremoto del 1980.

Questa volta, l’epicentro è stato localizzato in Irpinia, ma le scosse sono state avvertite chiaramente anche in diversi comuni salernitani, risvegliando timori e ricordi. Non si è trattato di una lieve oscillazione: il movimento tellurico ha interessato un’area adiacente al Cratere salernitano, coinvolgendo un versante differente da quello di Monte Marzano, che 45 anni fa si spaccò aprendo fenditure profonde oggi in gran parte richiuse, ma ancora oggetto di studio.

Verifiche e controlli sul territorio

Nelle ultime ore, le autorità locali hanno avviato verifiche sugli edifici più datati, in particolare quelli che resistettero al sisma del 1980, oltre che su scuole e strutture pubbliche. Finora non sono emersi danni significativi: il Cratere ha retto, confermando la solidità delle costruzioni ricostruite dopo il grande terremoto.

Resta però alta l’attenzione. Le Protezioni civili comunali sono state allertate e anche il Comune di Salerno ha avviato un monitoraggio costante dello sciame sismico. Dall’amministrazione fanno sapere che «l’attività di vigilanza proseguirà fino a cessate esigenze. Al momento non si registrano criticità o segnalazioni di danni da parte di enti pubblici, privati o cittadini».

L’attenzione nei comuni del Cratere

Non solo l’area epicentrale, ma anche i comuni del Cratere restano in stato di allerta prudenziale. A Colliano, questa mattina, i vigili urbani controlleranno gli edifici scolastici prima dell’ingresso degli studenti: «Si tratta di una semplice misura di sicurezza», precisa il sindaco Gerardo Strollo.

A Santomenna, il primo cittadino Michele Di Geronimo rassicura la popolazione sull’assenza di problemi strutturali. A Ricigliano, dove un anno e mezzo fa si registrò un altro sciame sismico con epicentro locale, l’attenzione resta alta. Nel 2024 furono rilevate una decina di scosse tra magnitudo 2.8 e 3.9. «Non ci si abitua mai a sentire tremare la terra — afferma il sindaco Carmine Malpede — ma le nostre strutture, ricostruite dopo l’80, hanno sempre resistito senza conseguenze».

Memoria e prevenzione

L’avvicinarsi dell’anniversario del 23 novembre 1980 rende queste scosse ancora più simboliche e cariche di memoria collettiva. Ogni movimento sismico riapre ferite mai del tutto rimarginate, ricordando quanto sia essenziale la prevenzione e l’adeguamento degli edifici nei territori a rischio.

Gli esperti ribadiscono che i terremoti hanno una natura ciclica e che aver vissuto un grande sisma non esclude la possibilità di nuovi eventi.
Le nuove costruzioni rispettano ormai rigidi criteri antisismici, ma restano numerosi gli edifici più vecchi che non hanno beneficiato di interventi di messa in sicurezza: proprio su questi si concentra oggi la maggiore preoccupazione. Per questo motivo, le amministrazioni locali continuano a mantenere alta la guardia, anche in presenza di scosse di modesta entità, consapevoli della vulnerabilità del territorio e del peso della memoria.

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