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I terrazzamenti di Amalfi entrano nel Pantheon FAO: «Eccellenza agricola mondiale»

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Amalfi

La FAO inserisce i terrazzamenti di Amalfi tra i patrimoni agricoli mondiali. Un riconoscimento alla bellezza, alla fatica e alla sapienza contadina italiana. Il plauso arriva anche dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: «Questo riconoscimento della FAO è un tributo alla bellezza e alla sapienza contadina italiana. Qui l’uomo ha modellato paesaggi di valore universale, trasformando fatica e sacrificio in armonia, cultura e patrimonio condiviso». Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

I terrazzamenti di Amalfi riconosciuti dalla FAO: “Eccellenza”

Un mosaico di case coloniche, giardini sospesi, scalinate e sentieri che sembrano scivolare dalla montagna fino al mare. È questa l’immagine che racconta Amalfi e l’intera Costiera: un intreccio di verde e giallo che incornicia paesaggi da cartolina. Qui nasce e matura il limone sfusato, il celebre “oro della Divina”, introdotto dagli arabi e dal 2001 protetto dal marchio IGP. Un frutto che non è solo coltura ma identità, la cui buccia, se sfiorata, sprigiona l’inconfondibile profumo degli oli essenziali.

Sono veri e propri giardini verticali, ritagliati tra le montagne e sospesi sul mare, che da martedì hanno ottenuto un nuovo e prestigioso riconoscimento: la FAO ha infatti inserito il territorio amalfitano tra i sistemi agricoli di importanza globale, rendendolo ufficialmente patrimonio mondiale per l’agricoltura.

Il riconoscimento della FAO

Il comitato scientifico dell’agenzia delle Nazioni Unite ha decretato l’ingresso di Amalfi tra i siti tutelati, affiancandola ad altre due realtà agricole giapponesi. Un risultato che consacra il valore dei terrazzamenti costieri, simbolo di un equilibrio millenario tra uomo e natura.

L’elogio del Ministro

Il plauso arriva anche dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: «Questo riconoscimento della FAO è un tributo alla bellezza e alla sapienza contadina italiana. Qui l’uomo ha modellato paesaggi di valore universale, trasformando fatica e sacrificio in armonia, cultura e patrimonio condiviso».

Quello della Costiera è il terzo inserimento per l’Italia, dopo gli uliveti di Assisi e Spoleto e i vigneti del Soave. «L’agricoltura italiana – aggiunge Lollobrigida – sta crescendo e conferma la sua centralità. Non guardiamo solo al passato: vogliamo che i giovani scelgano di investire nella terra, che è vita, identità e lavoro. Questo risultato ci incoraggia a sostenere sempre di più le eccellenze italiane apprezzate nel mondo».

Un patrimonio fragile

Coltivare limoni sulla Costiera significa lavorare in condizioni uniche e faticose: i 841 ettari di agrumeti sono spesso difficili da raggiungere, a volte solo dopo centinaia di gradini. Le casse piene, che possono superare i 60 chili, vengono trasportate a spalla fino a valle. Un lavoro duro, che preserva un prodotto unico, esaltato dal mare e dal microclima che rende il limone IGP inconfondibile.

Ma le sfide non mancano. Gli agricoltori denunciano costi sempre più alti: dalla manutenzione dei muretti a secco – che possono arrivare a 20mila euro – fino ai pali di castagno per i pergolati, che da soli costano oltre 30 euro. A questo si aggiunge la difficoltà nel reperire manodopera specializzata e i rischi derivanti da eventi climatici estremi: vento, piogge, gelate e grandinate. Eppure, nonostante tutto, i giardini sospesi di Amalfi restano un simbolo di resilienza e di bellezza, riconosciuto oggi nel mondo come patrimonio agricolo universale.

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