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Tentata estorsione ai mercanti d’arte a Salerno: assolti Iavarone e i fratelli Crispino

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I Carabinieri
I Carabinieri

Tentata estorsione ai mercanti d’arte a Salernosono stati assolti tutti gli imputati nel processo. La sentenza è stata pronunciata dal Tribunale di Salerno, presieduto dal giudice Diograzia, con a latere Centola e Bosone. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Tentata estorsione ai mercanti d’arte: assolti tutti gli imputati

Si è concluso con un’assoluzione generale il procedimento per tentata estorsione che vedeva imputati Fabio Iavarone e i fratelli Pasquale e Carmine Crispino, mercanti d’arte salernitani. La sentenza è stata pronunciata dal Tribunale di Salerno, presieduto dal giudice Diograzia, con a latere Centola e Bosone.

Iavarone, in passato indicato come uno dei riferimenti del gruppo criminale noto come i “ragazzi di Pastena”, era accusato di aver tentato un’estorsione ai danni dei fratelli Crispino. Questi ultimi, invece, erano finiti a processo per favoreggiamento, poiché secondo l’accusa avrebbero reso dichiarazioni false o reticenti, negando di aver ricevuto richieste di denaro o subito intimidazioni.

Al termine del dibattimento, i giudici hanno disposto per Iavarone la riqualificazione dell’originaria accusa di tentata estorsione in esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Per questo capo è stato pronunciato il non luogo a procedere per mancanza di querela, mentre per gli altri reati contestati — tra cui l’intestazione fittizia di beni — è arrivata l’assoluzione perché il fatto non sussiste. L’imputato era difeso dagli avvocati Gregorio Sorrento e Giuseppe Della Monica. Assoluzione piena anche per Pasquale e Carmine Crispino, assistiti dall’avvocato Arturo Cantiello: per loro il Tribunale ha stabilito che il fatto non costituisce reato in relazione all’unica contestazione mossa, quella di favoreggiamento.

La ricostruzione dell’accusa

Secondo la Procura, i fatti si sarebbero sviluppati tra ottobre 2020 e marzo 2022. In quel periodo, Iavarone — in concorso con Candela, la cui posizione era stata successivamente stralciata — avrebbe avanzato una richiesta di 20mila euro ai due mercanti d’arte per conto di un gallerista, indagato a piede libero.

La somma sarebbe stata richiesta come risarcimento per anticipi sulle provvigioni già versate dal gallerista ad alcuni dipendenti, poi passati a lavorare con i fratelli Crispino dopo essersi messi in proprio. Proprio questo passaggio avrebbe determinato la pretesa economica, affidata — secondo l’impostazione accusatoria — a Iavarone, noto negli ambienti criminali cittadini.

Il tentativo di estorsione, tuttavia, non sarebbe andato a buon fine. In seguito, i fratelli Crispino sarebbero finiti sotto indagine per aver negato, durante gli interrogatori con la polizia giudiziaria, qualsiasi intervento di Iavarone, così come l’esistenza di richieste di denaro o di atti intimidatori. Al termine del processo di primo grado, il quadro indiziario non è stato ritenuto sufficiente dai giudici, che hanno pronunciato l’assoluzione per tutti gli imputati. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni.

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