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A Salerno il “Team rosa” affianca e protegge le vittime di violenza: «Parlateci, noi ci siamo»

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Team Rosa in Questura a Salerno

Alla Questura di Salerno opera il “Team rosa”, un gruppo specializzato nell’ascolto e nella tutela delle vittime di violenza di genere. Denunce in aumento e strumenti sempre più efficaci per intervenire tempestivamente. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Team rosa della Questura di Salerno: sostegno alle vittime e denunce in aumento

Alla Questura di Salerno esiste un ufficio dedicato a chi subisce violenza di genere, in particolare donne, come purtroppo ricordano quotidianamente le cronache. È uno spazio pensato non solo per garantire legalità ma anche per accogliere, ascoltare e offrire un punto di riferimento sicuro. Qui – sottolinea il questore Giancarlo Conticchio – «si può arrivare anche solo per raccontare ciò che si vive, senza l’obbligo immediato di sporgere denuncia». L’obiettivo, ribadisce, è far emergere le storie di abuso e consentire un intervento rapido ed efficace, così da ridurre il numero delle vittime.

Nell’ufficio lavorano sei operatori, quattro dei quali donne, una scelta voluta e simbolica che mira a creare un ambiente in cui chi ha subito violenza possa sentirsi più libera di parlare. Una realtà che risponde a un fenomeno che non accenna a diminuire e che richiede vicinanza concreta. «Tutto il personale – spiega Conticchio – segue periodicamente corsi di formazione specializzati, non solo per essere aggiornato sulle norme, come il codice rosso, ma anche per migliorare capacità di ascolto e assistenza a tutto tondo verso chi si affida a noi per dire basta alle aggressioni fisiche, psicologiche, economiche».

Contrastare il silenzio

Per il questore, il nodo centrale resta la lotta alla cultura dell’indifferenza: «Chi sa ha il dovere di parlare. Chi sente urla, nota lividi o percepisce qualcosa che non va, deve contribuire a salvare una vita». Conticchio ricorda come gli ammonimenti emessi recentemente abbiano avuto riscontri positivi: chi esercita violenza, venendo messo di fronte alle proprie responsabilità, spesso interrompe i comportamenti aggressivi.

Gli strumenti a disposizione, nel tempo, si sono moltiplicati: se una donna non può recarsi direttamente a denunciare, può affidarsi al pronto soccorso, dove determinate lesioni vengono segnalate d’ufficio. La banca dati Scudo consente di mappare situazioni a rischio; la app Youpol permette segnalazioni anonime; le case protette offrono riparo a chi vive dipendenza economica o teme per la propria incolumità e quella dei figli. «Gli strumenti ci sono – avverte il questore – ma abbiamo bisogno che le violenze, quelle nascoste o taciute, vengano portate alla luce».

Fenomeno stabile, denunce in crescita

In provincia di Salerno la situazione non mostra incrementi significativi, tuttavia – sottolinea Conticchio – aumentano le donne che trovano il coraggio di denunciare. Un dato che ritiene fondamentale. E mette in guardia dai pregiudizi: «È sbagliato pensare che subisca violenza solo chi è economicamente fragile o poco istruita. Può capitare a chiunque, anche a professioniste come medici o avvocate. Non facciamoci ingannare dalle apparenze».

Il questore richiama l’attenzione sui cosiddetti “reati spia”: comportamenti di controllo che devono allertare già dai primi segnali. «Se vi impedisce di uscire da sole o vi controlla continuamente, segnalatelo. Non aspettate il primo ceffone e, se succede, rivolgetevi subito alle forze dell’ordine. Mai accettare l’ultimo incontro in posti isolati: restate in luoghi frequentati e avvisate qualcuno di fiducia. Noi ci siamo sempre – conclude Conticchio – ma dovete permetterci di proteggervi».

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