Emergono nuovi dettagli su un episodio avvenuto nel gennaio 2024 presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. Un detenuto di Nocera Inferiore, R.V., classe 1981, sarebbe stato lasciato per circa quattro ore, dalle 17 alle 21, nel cortile esterno del reparto Danubio, sotto una pioggia battente e con temperature rigide, dopo un diverbio con un Vice Sovraintendente della Polizia Penitenziaria, oggi in pensione. Secondo quanto denunciato, il detenuto sarebbe rimasto all’aperto come forma di punizione. Il Sovraintendente aveva invece riferito in una relazione di servizio che R.V. si sarebbe rifiutato volontariamente di rientrare in cella, rivolgendo frasi minacciose agli agenti. La versione dell’amministrazione penitenziaria portò all’apertura di un procedimento per resistenza a pubblico ufficiale.
Il processo e la sentenza di assoluzione
R.V., difeso dall’avvocato Rolando Iorio, è stato assolto dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto dal giudice Francesco Maione, con formula piena: “perché il fatto non costituisce reato”.
Il detenuto, collegato in videoconferenza dal carcere di Salerno, ha assistito all’udienza e all’interrogatorio del Vice Sovraintendente che aveva firmato la relazione iniziale.
Il giudice invia gli atti alla Procura
Prima di pronunciare l’assoluzione, il giudice Maione ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura per accertare eventuali ipotesi di reato a carico di chi ha gestito o documentato l’episodio.
Un passaggio rilevante, che potrebbe aprire la strada a nuove indagini su presunti abusi.
La difesa: “Rischiava un’ingiustizia gravissima”
L’avvocato Iorio ha espresso soddisfazione per la sentenza, definendo la vicenda “una profonda ingiustizia” nei confronti del suo assistito. Il legale ha anche richiamato i fatti noti come “mattanza del 6 aprile 2020”, avvenuti nello stesso istituto penitenziario, ricordando di essere difensore anche di Ciro Esposito, il primo detenuto ad aver denunciato quei fatti.








