Cronaca Salerno, Salerno

Sommergibile Velella, l’appello dell’Associazione Salerno 1943: “Sia riconosciuto come sacrario militare subacqueo”

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Velella

L’Associazione Culturale Salerno 1943 rinnova con fermezza la richiesta alle Istituzioni per il riconoscimento ufficiale del relitto del sommergibile Velella come sacrario militare subacqueo, al pari del già tutelato Scirè. La richiesta si colloca nel contesto della recente approvazione della Legge n. 1265/2025, con cui il Parlamento ha attribuito allo Scirè lo status di luogo di memoria nazionale. Ora l’attenzione si concentra sul Velella, affondato al largo di Punta Licosa il 7 settembre 1943, poche ore prima della proclamazione dell’armistizio tra l’Italia e le forze Alleate.

Sommergibile Velella, nuovo appello dell’Associazione Salerno 1943

A bordo del Velella persero la vita 52 marinai, compreso il comandante Mario Patané e la mascotte di bordo, il cane Scheggia. «Morirono in silenzio, in obbedienza, al servizio dello Stato», ha dichiarato l’avvocato Vincenzo Pellegrino, presidente dell’Associazione Salerno 1943. «Non possiamo tollerare una memoria selettiva: il Velella non è meno sacro, né i suoi caduti meno degni di onore».

Il regio sommergibile Velella, varato nel 1937 nei Cantieri di Monfalcone, partecipò a numerose missioni nei teatri di guerra del Mediterraneo e dell’Atlantico. L’ultima, prevista dal cosiddetto “Piano Zeta”, lo portò a pattugliare le acque di Salerno, all’oscuro dell’imminente cessazione delle ostilità. Fu colpito e affondato da un siluro lanciato da un sottomarino britannico, provocando la morte di tutto l’equipaggio.

Il relitto fu individuato nel 2003 a una profondità di 138 metri da un gruppo di sub guidati da Rizia Ortolani. Giace ancora intatto nelle acque del Cilento, a memoria silenziosa del sacrificio di quegli uomini. Nel porto di San Marco di Castellabate è presente una targa commemorativa, collocata grazie all’impegno dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia – sezione di Castellabate, ma per l’Associazione Salerno 1943 questo non è sufficiente: serve un riconoscimento ufficiale da parte dello Stato.

«La memoria non può essere dimenticanza istituzionale», ha sottolineato Pellegrino. «Riconoscere il Velella come sacrario militare significa tutelare un luogo sacro e attribuire ai caduti in mare la giusta dignità storica e giuridica».

A sostegno dell’iniziativa è stata lanciata una petizione pubblica sulla piattaforma Change.org (link diretto: https://chng.it/gs4xr7bB4t), rivolta a cittadini, associazioni e rappresentanti delle Istituzioni sensibili alla salvaguardia della memoria storica e del patrimonio militare subacqueo.

Nei prossimi giorni, l’Associazione Salerno 1943 renderà disponibile un fascicolo tecnico-giuridico che raccoglie elementi normativi, costituzionali e storici a sostegno della richiesta, ispirandosi ai principi di uguaglianza e parità di trattamento.

«Ci auguriamo – conclude Pellegrino – che il Parlamento e il Ministero della Difesa colgano questa opportunità per affermare un principio di giustizia storica. È un atto dovuto, non solo ai ragazzi del Velella, ma alla nostra coscienza collettiva».

Castellabate

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