A Salerno la scuola esce dalle aule e diventa spazio vivo di cittadinanza. Non si tratta di una semplice iniziativa legata alle festività, ma di un vero modello educativo che trasforma il sapere in servizio e l’apprendimento in responsabilità collettiva. In questi giorni, studenti e docenti hanno messo in campo competenze, tempo ed energie per rispondere ai bisogni concreti della comunità, dimostrando come la formazione possa essere anche strumento di coesione sociale.
Dalle aule ai servizi per la comunità
Cucine didattiche trasformate in mense solidali, laboratori di moda impegnati nel recupero di abiti, spazi scolastici utilizzati per attività di prevenzione sanitaria: è così che diversi istituti cittadini hanno scelto di superare i confini tradizionali dell’istruzione.
Scuole alberghiere, istituti professionali e convitti hanno aperto le porte alla città, mettendo a disposizione saperi pratici e organizzativi per offrire aiuto concreto a persone e famiglie in difficoltà.
“Le Vigilie al Virtuoso”, un modello di solidarietà attiva
Emblematica è l’esperienza del progetto “Le Vigilie al Virtuoso”, che dalla Vigilia di Natale vede studenti, insegnanti e personale scolastico impegnati nella preparazione e distribuzione di pasti caldi. Accanto al cibo, vengono offerti anche servizi di prevenzione sanitaria gratuita, come screening oculistici, e beni di prima necessità.
Un’azione coordinata che coinvolge anche associazioni del terzo settore, come la Caritas, e professionisti del territorio, rafforzando una rete di prossimità capace di rispondere alle nuove fragilità sociali.
Imparare facendo: il valore educativo dell’esperienza
Il vero risultato di queste iniziative non si misura solo nei numeri, ma nel percorso formativo degli studenti. Qui non c’è simulazione: i ragazzi vivono in prima persona il valore sociale delle competenze apprese, sperimentando l’impatto reale del proprio lavoro.
La formazione professionale, spesso ridotta a chiave esclusivamente occupazionale, rivela così una dimensione civica profonda, fatta di empatia, organizzazione e senso di responsabilità.
La scuola come presidio pubblico e umano
In un tempo segnato da povertà emergenti e fragilità diffuse, la scuola torna a essere un presidio pubblico essenziale: luogo di ascolto, di inclusione e di costruzione di legami. Non assistenzialismo, ma dignità. Non interventi episodici, ma una visione educativa che mette al centro la persona.
Come sottolineano i dirigenti scolastici coinvolti, la solidarietà non è un contenuto accessorio, ma una competenza fondamentale che si apprende solo praticandola, giorno dopo giorno.
