Ventidue tifosi rischiano il processo per gli scontri avvenuti ad Angri al termine del match di Serie D tra la squadra locale e il F.C. Matera, disputato lo scorso 14 gennaio 2024. La Procura di Nocera Inferiore ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio, a conclusione di un’inchiesta che ha già portato a numerosi provvedimenti restrittivi, tra cui oltre 20 Daspo e diversi arresti. Tra le persone aggredite figura anche il comandante della stazione dei carabinieri di Angri, Andrea Cinque, rimasto ferito durante gli scontri come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Scontri post-partita ad Angri: 22 ultras rischiano il processo
Secondo la ricostruzione della Procura, gli imputati – tutti appartenenti alla tifoseria angrese – dovranno rispondere in concorso dei reati di lesioni personali, possesso di oggetti atti ad offendere e violenza contro pubblico ufficiale. I tifosi avrebbero agito in maniera organizzata e coordinata, con l’intento di compiere azioni violente, descritte dagli inquirenti come volte a “difendere l’onore del paese”. I supporter del F.C. Matera sono stati dichiarati estranei all’indagine.
Gli scontri iniziarono al termine dell’incontro, quando un gruppo di circa 60-70 ultras dell’Angri tentò di accedere alla zona riservata ai tifosi ospiti. L’intervento tempestivo dei carabinieri impedì l’avvicinamento e scongiurò un contatto diretto. Poco dopo, nel parcheggio adiacente allo stadio, centinaia di tifosi locali si radunarono in attesa del deflusso degli avversari. Anche in questo caso, le forze dell’ordine riuscirono a contenere la situazione e a garantire la sicurezza della tifoseria ospite.
La tensione però non si placò. Da un vicolo laterale, un altro gruppo di ultras – sempre tra i 60 e i 70 individui – fece irruzione armato di spranghe, bottiglie, petardi, bombe carta e pietre. Il materiale fu lanciato contro i tifosi del Matera e contro il pullman della squadra. L’autista del mezzo fu colpito alla testa da un sasso. Dopo essere stati nuovamente dispersi, alcuni dei tifosi coinvolti si riorganizzarono tentando un nuovo attacco da Piazzale Novi, lanciando oggetti contundenti contro il presidio dei carabinieri.
Durante questi disordini, almeno dieci persone tentarono di smantellare la barriera di sicurezza allestita a protezione degli ospiti. Tre di loro si resero protagonisti di un’aggressione diretta al comandante Andrea Cinque, colpendolo con spranghe e cinture. Il militare riportò lesioni a braccia, torace e schiena, con una prognosi di 12 giorni.
Tra le aggravanti contestate agli imputati figurano l’aver agito durante una manifestazione pubblica, a volto coperto e in gruppo armato composto da più di cinque persone. Alcuni soggetti saranno oggetto di procedimenti separati, in quanto ritenuti responsabili di ulteriori condotte illecite.
Il giudice per le indagini preliminari ha fissato l’udienza preliminare per il mese di settembre. In quella sede, gli imputati potranno decidere se replicare alle accuse, accedere a riti alternativi o affrontare il processo ordinario. L’episodio ha suscitato ampia preoccupazione tra le istituzioni e le forze dell’ordine, evidenziando la necessità di un rafforzamento delle misure di sicurezza negli eventi sportivi ad alto rischio.