Cronaca Salerno, Salerno

Scafati, stangata giudiziaria: condanne per oltre due secoli contro il gruppo Federico

Qualiano blitz degli Operatori dell'Arma dei Carabinieri
Foto di repertorio

Secondo quanto ricostruito da Il Mattino, si è chiusa con 23 condanne la fase del rito abbreviato relativa alla maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Salerno su un’organizzazione criminale attiva tra Scafati, l’Agro nocerino-sarnese e l’area vesuviana.

Il Gup del Tribunale di Salerno ha inflitto complessivamente circa 223 anni di reclusione, a fronte di richieste della Procura che superavano i 300 anni. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore della Dda, Elena Guarino, aveva delineato l’esistenza di una struttura armata impegnata in traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni, aggressioni e azioni dimostrative sul territorio.

Scafati, condanne per oltre due secoli contro il gruppo Federico

Al centro della ricostruzione investigativa compare la figura di Dario Federico, 49 anni, originario di Boscoreale, ritenuto promotore e vertice del gruppo. Federico, secondo gli inquirenti, avrebbe cercato di colmare un vuoto lasciato dalle pregresse operazioni antimafia che avevano colpito realtà criminali già radicate nell’Agro. La posizione di comando gli sarebbe stata attribuita nella fase successiva agli arresti di esponenti un tempo vicini al clan Matrone. Federico è stato condannato a 20 anni di reclusione. Alla stessa pena sono stati riconosciuti Salvatore Di Paolo, Antonio Forte e Renato Sicignano, individuati tra i principali referenti operativi del sodalizio.

Le altre posizioni si distribuiscono tra condanne comprese tra 2 e 18 anni, mentre per alcuni imputati sono state pronunciate assoluzioni parziali o totali, a seguito della caduta di alcune contestazioni. Entro novanta giorni sarà depositata la motivazione della sentenza, che delineerà il percorso logico-giuridico adottato dal giudice e consentirà alle difese di valutare eventuali ricorsi in appello.

Secondo l’impianto accusatorio, l’organizzazione avrebbe fatto ricorso alla forza intimidatoria e al controllo del territorio per imporre prestazioni e pagamenti illeciti, oltre a gestire un consistente traffico di droga con collegamenti tra Scafati, Boscoreale e l’area pompeiana. Tra gli episodi contestati figura il raid al porto turistico di Marina di Stabia, durante il quale un gruppo di individui a bordo di motocicli di grossa cilindrata avrebbe tentato di imporre una tangente di 200mila euro e condizioni di favore per l’ormeggio di alcune imbarcazioni. Gli atti d’indagine hanno inoltre documentato passaggi di armi, un accoltellamento, il pestaggio di un pusher e una “stesa” organizzata come punizione interna al gruppo.

Determinante, nella fase istruttoria, è stato il contributo di Giuseppe Di Dato, trentenne condannato a 8 anni, che dopo l’arresto ha scelto di collaborare, fornendo informazioni sulle dinamiche interne e sugli equilibri del sodalizio. Il procedimento si affianca a quello celebrato con rito ordinario dinanzi al Tribunale di Nocera Inferiore, concluso con altre nove condanne nei mesi scorsi, confermando la complessità e l’estensione delle attività contestate al gruppo.

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