L’8 settembre 1943 rappresenta una data spartiacque per la storia italiana. Quel giorno il generale Pietro Badoglio annunciò via radio la firma dell’armistizio con gli Alleati, siglato pochi giorni prima a Cassibile dal generale Castellano insieme ai vertici militari statunitensi e inglesi. La resa italiana segnò di fatto la fine delle ostilità a fianco della Germania nazista e aprì una nuova fase del conflitto.
L’Italia tra resa e resistenza
Il Paese si ritrovò diviso: da una parte i fedelissimi del regime che diedero vita alla Repubblica di Salò, dall’altra le truppe italiane allo sbando che si unirono agli angloamericani e alle forze partigiane nella lotta di liberazione. Intanto Benito Mussolini, destituito il 25 luglio e arrestato per ordine del Re, era prigioniero al Gran Sasso, ignaro del destino della nazione.
Lo sbarco a Maiori e la svolta in Costiera Amalfitana
All’alba del 9 settembre 1943 gli Alleati sbarcarono a Maiori, in Costiera Amalfitana. Fu un momento cruciale non solo dal punto di vista militare, ma anche per il futuro della zona. A Positano e Ravello, gli alleati trasformarono le piazze e gli alberghi in punti di ristoro e campi base: l’hotel Le Sirenuse dei Sersale a Positano accolse i soldati, mentre a Ravello Piazza Vescovado divenne rest camp.
Dalla guerra al turismo
L’incontro tra gli Alleati e la comunità locale lasciò un segno indelebile. A Positano, grazie al generale Clark, fu realizzato l’acquedotto, voluto dal sindaco Paolo Sersale, figura illuminata che favorì lo sviluppo della cittadina. Nonostante la resistenza tedesca al Valico di Chiunzi e ai Colli di San Pietro, la Costiera seppe mantenere un’anima solidale: qui gli ebrei perseguitati trovarono rifugio e protezione. Con la fine della guerra, la sconfitta militare si trasformò in vittoria turistica, aprendo la strada alla fama mondiale di località come Positano e Ravello.