Il consigliere Dante Santoro al Consiglio Comunale propone una class action per tutelare Salerno e la Salernitana. Inoltre, denuncia la crisi finanziaria del Comune: “In crisi senza i fondi del Governo”.
Salerno, Santoro al Consiglio Comunale: “Class action per tutelare la città”
Un appello diretto, una denuncia politica e un piano d’azione in Consiglio Comunale. Il consigliere della Lega Dante Santoro ha chiesto al Sindaco, alla Giunta e all’intero Consiglio comunale di valutare la costituzione di una class action legale a tutela degli interessi della città e dei cittadini, qualora emergano decisioni che penalizzino la Salernitana e, di riflesso, l’intera comunità.
«Non possiamo restare a guardare se la nostra squadra dovesse subire danni da scelte esterne: Salerno va difesa con tutti gli strumenti, anche giuridici», ha dichiarato il consigliere. Santoro ha poi spostato l’attenzione sulla situazione economica dell’ente, sottolineando come il bilancio comunale sia in equilibrio solo grazie agli interventi del Governo nazionale: «Tra Fondi Salva Città, PNRR e Fondi di Sviluppo e Coesione, il Comune si regge in piedi grazie allo Stato. Eppure, nonostante l’arrivo di 10 milioni di euro, le finanze restano fragili, il futuro incerto, e la capacità di agire con risorse proprie praticamente inesistente», ha evidenziato. Il consigliere ha anche puntato il dito contro le difficoltà del Comune nella gestione ordinaria del territorio, dalla manutenzione al decoro urbano, denunciando un indebitamento già in atto per gli anni futuri.
Sul fronte delle risorse in arrivo dalla Regione Campania, Santoro non ha risparmiato critiche: «Dopo la sceneggiata del presidente pro tempore con la marcia su Roma, arriverà un fiume di denaro. Tra questi fondi, anche quelli per l’acquisto dell’ex Tribunale. Su questo tema – ha aggiunto – pretendiamo massima trasparenza e coinvolgimento, senza colpi di mano». Infine, l’affondo politico: «Invece di osteggiare il governo di centrodestra, dovremmo ringraziarlo. Se oggi Salerno non è in pre-dissesto, lo dobbiamo solo a quelle risorse».
