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Santa Marina, l’inchiesta sul ‘sistema’ che ha portato all’arresto del sindaco parte dalla denuncia di un avversario politico

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Giovanni Fortunato

L’inchiesta sul ‘sistema’ di Santa Marina che ha portato all’arresto del sindaco Giovanni Fortunato parte dalla denuncia di un avversario politico.  Attualmente, Fortunato si trova agli arresti domiciliari e ha subito la sospensione da parte del prefetto Francesco Esposito. Lo riporta InfoCilento.


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Le accuse nei confronti del sindaco Giovanni Fortunato


 

Santa Marina, la denuncia di un avversario politico

Le indagini che hanno portato agli arresti domiciliari del sindaco Giovanni Fortunato di Santa Marina sono scaturite dalle denunce di un suo avversario politico. Attualmente, Fortunato si trova agli arresti domiciliari e ha subito la sospensione da parte del prefetto Francesco Esposito. Le segnalazioni, inizialmente considerate semplici “questioni locali”, hanno rivelato situazioni di ben maggiore gravità, spingendo la Procura di Lagonegro ad approfondire un presunto “sistema” illecito.

La denuncia

Le indagini sono state avviate a seguito di una denuncia che ha scatenato un nuovo scandalo giudiziario nella provincia di Salerno. Oltre a Fortunato, anche l’imprenditore di Acerra, Antonio La Montagna, è stato posto agli arresti domiciliari. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lagonegro, Guerino Francesco Gatto, ha ricevuto richieste di arresto per altri due indagati: il progettista di Agropoli, Michele Galardo, e un altro imprenditore di Acerra, Nicola Tortora, ma queste non sono state accolte. Il cuore dell’esposto riguarda una presunta tangente di 100mila euro versata al sindaco per ottenere il permesso di costruire una struttura turistica a Torre Oliva, anche in assenza di un piano di lottizzazione.

Le indagini

Le indagini su quello che il gip Grippo ha definito “il mondo di Giovanni” sono iniziate nell’agosto del 2022. Un residente di Santa Marina ha contattato la polizia giudiziaria della Procura di Lagonegro, esprimendo l’intenzione di fornire informazioni riguardanti il centro del Golfo di Policastro e il suo sindaco. Durante l’interrogatorio, l’uomo ha rivelato l’esistenza di una presunta intesa tra l’amministratore e la società Forever Dreams, riconducibile a La Montagna, per la realizzazione di una struttura turistica a Policastro, avvenuta senza le necessarie autorizzazioni.

Secondo quanto riportato, l’accordo sarebbe stato formalizzato con la nomina di un progettista “amico”, l’indagato Galardo, per un compenso di 100mila euro, somma che, a quanto pare, doveva essere destinata anche al sindaco. L’informatore ha affermato di aver appreso queste informazioni da uno degli indagati, Tortora. Nonostante le iniziali smentite da parte di molte delle persone menzionate dal denunciante, la Procura ha deciso di proseguire con le indagini.

Gli elementi chiave per chiarire il “sistema Fortunato” sono emersi dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno fornito numerosi riscontri alla denuncia. Il gip Gatto ha evidenziato nell’ordinanza che “l’impianto accusatorio si è basato principalmente sulle dichiarazioni di una persona che si è presentata spontaneamente all’autorità inquirente”, aggiungendo che “le sue affermazioni sono supportate da importanti e numerosi riscontri di tipo documentale, dichiarativo e, in particolare, dai risultati dell’attività tecnica”.

Le perquisizioni e la svolta nell’indagine

Il momento decisivo dell’inchiesta è avvenuto il 26 luglio 2023, quando la Guardia di Finanza ha effettuato diverse perquisizioni a Santa Marina su richiesta del pm Grippo. Durante queste operazioni, sono stati rinvenuti poco più di 112mila euro nell’abitazione di Fortunato e ulteriori 50mila euro in una casa intestata al figlio, ma presumibilmente sotto il controllo del primo cittadino, come suggerisce il fatto che “quest’ultimo, nel corso delle indagini, vi trasferiva formalmente il proprio studio professionale”.

Durante l’operazione, sono state installate due cimici. Le intercettazioni hanno catturato i primi commenti dei soggetti perquisiti riguardo al denaro trovato, con tentativi di giustificare la sua provenienza e il possesso. Le conversazioni registrate hanno rivelato che il denaro non proveniva da fonti legittime e non era stato prelevato da banche. Inoltre, è stato fondamentale il ritrovamento di documenti che avrebbero confermato quanto denunciato dall’avversario politico: la progettazione di una struttura turistica con un compenso considerato illecito di centomila euro. In altre abitazioni, sono stati scoperti “appunti” che, secondo gli investigatori, attesterebbero i legami tra la società degli imprenditori di Acerra e i progettisti associati al sindaco Fortunato, evidenziando anche il rapporto di fiducia tra il primo cittadino e i tecnici a lui vicini, delineando così il “mondo di Giovanni”.

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