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Scuola, alleanza tra i presidi Santa Caterina-Amendola e Nautico: nasce l’Accademia del mare e dell’ospitalità

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L'Istituto Santa Caterina-Amendola

Gli istituti Santa Caterina-Amendola e il Nautico di Salerno pronti ad un’alleanza: proposta alla Regione per un’Accademia del mare e dell’ospitalità nel piano di dimensionamento scolastico. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Santa Caterina-Amendola e Nautico, alleanza tra dirigenti per un polo condiviso

Prende corpo, nel dibattito sul dimensionamento scolastico, una convergenza tra dirigenti che punta a superare l’ipotesi di smembramento dell’Istituto superiore Santa Caterina da Siena-Amendola. Alla proposta avanzata dalla Regione Campania risponde l’iniziativa di Daniela Novi, dirigente dell’Istituto di istruzione superiore Giovanni XXIII di Salerno, che ha formalizzato un’alternativa condivisa con la preside Anna Rita Carrafiello.

La proposta, trasmessa agli uffici regionali, nasce da un confronto diretto tra le due scuole e si propone come soluzione organica, capace di andare oltre il mero riequilibrio numerico degli studenti. Il progetto è stato illustrato anche durante l’incontro svoltosi ieri in Regione, dedicato all’analisi della bozza del piano di dimensionamento per l’anno scolastico 2026/2027, attualmente ancora in fase istruttoria.

Alla base dell’iniziativa c’è un’analisi puntuale dei dati e delle norme vigenti. Il Santa Caterina-Amendola conta oggi 492 alunni, mentre il Giovanni XXIII registra 530 iscritti complessivi tra corsi diurni e serali. Numeri che, presi singolarmente, non consentono il mantenimento dell’autonomia scolastica secondo i parametri introdotti dalla legge di bilancio 2023, che fissano soglie comprese tra i 900 e i 1000 studenti. Da qui l’idea di un accorpamento che permetta di superare le criticità senza sacrificare identità, competenze e investimenti costruiti negli anni.

Il documento alla Regione

Nel testo inviato alla Regione, la dirigente Novi chiarisce il senso dell’operazione. «Non si tratta di contrastare un processo di razionalizzazione imposto dal quadro normativo e dal calo demografico – si legge – ma di governarlo in modo coerente con la storia degli istituti e con le esigenze reali del territorio».

Secondo la preside, l’ipotesi di smembramento rischierebbe di produrre effetti negativi: «La distribuzione degli indirizzi su scuole diverse comporterebbe una frammentazione di competenze, laboratori e percorsi formativi costruiti nel tempo, senza una reale valorizzazione delle risorse esistenti».

La visione alla base della proposta punta invece alla creazione di un polo unitario. «L’intesa tra il Giovanni XXIII e il Santa Caterina-Amendola consentirebbe di integrare saperi tecnici e professionali, rispondendo in modo più efficace alle nuove esigenze occupazionali», osserva Novi, richiamando anche il tema degli spazi. «Negli ultimi dieci anni il Giovanni XXIII è passato da tre a tredici laboratori grazie ai fondi Pon, Por e Pnrr. Una crescita che ha generato una forte richiesta di ambienti, risolvibile attraverso l’integrazione con un istituto già dotato di laboratori avanzati».

Il fulcro del progetto è la nascita di un nuovo polo scolastico denominato “Accademia del mare e dell’ospitalità”. L’obiettivo è mettere in rete gli indirizzi alberghieri, turistici, di amministrazione finanza e marketing e chimico del Santa Caterina-Amendola con quelli nautici, aeronautici e logistici del Giovanni XXIII, costruendo una filiera coerente con l’evoluzione economica di Salerno, sempre più orientata verso turismo, servizi portuali e aeroportuali, blue economy e sostenibilità ambientale.

Nel quadro complessivo del dimensionamento rientra anche la situazione di Angri, che rappresenta una parte circoscritta del piano provinciale. La bozza regionale prevede una riorganizzazione con il passaggio da tre a due istituti comprensivi, attraverso una nuova aggregazione dei plessi Galvani-Opromolla, Alfonso Fusco e Terzo Circolo. Dal territorio sono arrivate osservazioni che sottolineano l’esigenza di tutelare la continuità didattica, l’equilibrio nella distribuzione degli studenti e il pieno utilizzo di laboratori e spazi comuni.

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