Durante gli Stati Generali della Prevenzione a Napoli, il presidente Vincenzo De Luca lancia un appello al governo: «La Campania è stata derubata. Colmare i divari tra Nord e Sud. Abbiamo perso 3 miliardi in dieci anni». Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
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Sanità, De Luca accusa: «Derubata la Campania»
Stavolta niente sarcasmo né “sciabolate”. Solo numeri, appelli diretti e un messaggio politico chiaro: «Colmare i divari tra Nord e Sud», a partire da una sanità che non può più permettersi disuguaglianze strutturali. Lo ha detto senza giri di parole il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, intervenendo ieri mattina alla chiusura degli Stati Generali della Prevenzione, tenutisi alla Stazione Marittima di Napoli.
Alla presenza del ministro della Salute Orazio Schillaci e del sottosegretario Marcello Gemmato, il governatore ha chiesto un cambio di passo nella distribuzione del Fondo sanitario nazionale: «Mi aspetto che nel prossimo riparto, la Campania recuperi almeno 100 milioni di euro. O si unificano le condizioni finanziarie della sanità italiana, o i cittadini del Sud continueranno a ricevere meno cure e meno diritti».
«Campania defraudata di 3 miliardi in 10 anni»
Il cuore dell’intervento è stato una denuncia netta: «Per dieci anni la Campania è stata derubata di 3 miliardi di euro. È stato violato il criterio di riparto previsto dalla legge, basato su tre parametri fondamentali. La Costituzione è stata calpestata, così come il diritto alla salute».
Secondo i dati forniti dallo stesso De Luca, ogni cittadino campano riceve oggi 32 euro in meno rispetto alla media nazionale. Un delta che, moltiplicato per la popolazione, comporta un ammanco strutturale di circa 200 milioni di euro l’anno.
«Nessuna guerra tra Regioni, ma serve giustizia»
Pur evitando toni polemici, De Luca ha sottolineato di non voler togliere nulla alle regioni più forti, ma di pretendere pari condizioni: «Non propongo di togliere a chi ha di più. Chiedo solo che i nuovi incrementi di risorse vengano usati per colmare i divari. Solo così si potrà davvero parlare di efficienza e merito».
E ha ricordato anche i ricorsi al TAR del Lazio presentati dalla Regione per contestare il mancato rispetto della legge sul riparto del Fondo: «Siamo arrivati al punto di dover ricorrere alla giustizia amministrativa per far rispettare una norma dello Stato. È inaccettabile».
«Pronti alla sfida dell’efficienza, ma servono risorse»
Il presidente campano ha ribadito la disponibilità della Regione a competere sul piano della qualità dei servizi sanitari, a patto di partire dallo stesso livello di risorse: «Siamo pronti alla sfida dell’efficienza, ma abbiamo bisogno di fondi per aumentare gli stipendi, coprire i turni, evitare l’esodo dei medici. Se non cambiano le condizioni, non riusciremo più a garantire neanche i servizi essenziali».
Infine, l’appello conclusivo alla politica nazionale: «Lo spirito unitario deve tornare a guidare la sanità italiana. Non possiamo più accettare che la qualità delle cure dipenda dal luogo di nascita. Dobbiamo arrivare almeno al 6,8% del PIL per la sanità. Solo così potremo rispondere davvero ai bisogni dei cittadini».
Un clima di ascolto, ma le risposte ora si aspettano da Roma
Gli Stati Generali della Prevenzione si chiudono dunque con un messaggio forte da parte della Campania: non basta la prevenzione, servono investimenti e giustizia fiscale nel sistema sanitario.
L’iniziativa, lodata da tutti i partecipanti, potrebbe diventare un appuntamento annuale fisso proprio a Napoli, come anticipato dalla direttrice del Dipartimento Prevenzione del Ministero della Salute, Maria Rosaria Campitiello. Per De Luca, però, le belle parole ora devono tradursi in decisioni concrete. I riflettori si spostano ora su Roma, dove il prossimo riparto del fondo sarà il banco di prova della volontà politica di riequilibrare il sistema.