A Salerno la medicina difensiva costa oltre 150 milioni di euro, pari al 10% della spesa sanitaria: con il nuovo scudo penale, il governo punta a ridurre denunce e costi. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Salerno, medicina difensiva: 150 milioni di euro di spesa, arriva lo scudo penale per i medici
La provincia di Salerno affronta un costo enorme legato alla cosiddetta medicina difensiva: oltre 150 milioni di euro, circa il 10% del bilancio sanitario complessivo, che ammonta a 1,7 miliardi. Un fenomeno che grava sulle casse pubbliche e riduce l’efficienza del sistema sanitario locale. La medicina difensiva si verifica quando i medici, per timore di cause legali o accuse di malasanità, prescrivono esami, ricoveri o terapie non strettamente necessari. Un atteggiamento dettato dalla cautela, che però finisce per distorcere l’uso delle risorse, aumentando i costi e riducendo la sostenibilità del servizio sanitario.
Le cause
Nella provincia salernitana, la crescita delle denunce ha alimentato un clima di sfiducia e timore. Liste d’attesa interminabili e carenze di personale spingono i medici a eccedere con prescrizioni e ricoveri, per evitare il rischio di sottovalutare un sintomo. Spesso sono gli stessi pazienti a chiedere ulteriori accertamenti per sentirsi più tutelati.
Il risultato è un aumento esponenziale di Tac, risonanze e radiografie anche in assenza di reali indicazioni cliniche, ricoveri precauzionali e uso di farmaci di ultima generazione quando basterebbero alternative meno costose. Una spirale che pesa sul bilancio e, in alcuni casi, espone i pazienti a rischi evitabili, come radiazioni o effetti collaterali.
Secondo gli esperti, quei 150 milioni spesi potrebbero trasformarsi in nuovi posti di lavoro per medici e infermieri, in attrezzature moderne, ricerca e prevenzione, riducendo le liste d’attesa. Sul piano sociale, invece, il fenomeno erode la fiducia tra pazienti e professionisti e rende la carriera medica sempre meno attrattiva, soprattutto per i giovani.
Le voci dal territorio
«Lo scudo penale è una misura necessaria in questa fase di forte pressione sui pronto soccorso – spiega Franco Bruno, ortopedico del Ruggi e delegato Cgil medici –. Potrebbe incoraggiare i giovani a intraprendere la carriera nell’emergenza, riducendo i costi della medicina difensiva. L’obiettivo, in linea con gran parte dei Paesi europei, resta la depenalizzazione della colpa medica».
La norma
Il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge delega che introduce in maniera strutturale lo scudo penale, limitando la responsabilità penale dei medici ai soli casi di dolo o colpa grave. Nel valutare la colpa, la norma prevede che vengano considerate le condizioni di lavoro, la scarsità di risorse disponibili, eventuali carenze organizzative, le conoscenze scientifiche in quel momento accessibili e la complessità della patologia trattata.